Dawn Stefanowicz , su The Public Discourse lancia un monito agli USA e a tutti i Paesi che si considerano civili e democratici, a proposito della legalizzazione del matrimonio gay.
In Canada (notare bene: stiamo parlando del Canada, non della Cina o dell’Arabia Saudita), l’agenda omosessualista è stata attuata più velocemente che altrove, con conseguenze “orwelliane” incredibili, agghiaccianti.
La Stefanowicz spiega come in Canada la legalizzazione del matrimonio gay abbia eroso le libertà fondamentali di parola, di stampa, di religione, di associazione.
Oggi come oggi dichiararsi per qualsiasi motivo contrario alla legalizzazione delle unioni omosessuali vuol dire rischiare sanzioni penali, licenziamento, o provvedimenti disciplinari sul posto di lavoro. Il pretesto è la persecuzione e la repressione dell'”hate speech” (discorsi d’odio) che più o meno coincide con quella che da noi si chiama omofobia.
Anche in Canada esistevano norme penali che difendevano tutti i cittadini dalle aggressioni, dalle calunnie, dalle ingiurie, dalle ingiuste discriminazioni. Le lobby omosessualiste, poi, hanno ottenuto leggi speciali a proposito dell’ “orientamento sessuale” e dell’ “identità di genere”, creando una vera e propria ingiustizia sociale a favore degli LGBT e a sfavore della gente normale, che è la stragrande maggioranza.
Con l’introduzione del matrimonio sessuale il clima di intimidazione e persecuzione contro chiunque vi si opponga, è diventato pesantissimo: chi avrà il coraggio di parlare a favore dei bambini, per evitare che vengano mercificati e fabbricati in serie per esaudire il desiderio di adulti insoddisfatti?
E su questo la Stefanowicz ha ottimi titoli per parlare: è lei stessa figlia di un gay, cresciuta senza la madre. Ha sempre voluto bene a suo padre, ma ha scritto un libro sulla sua esperienza di vita, Out of Under, che ha riscosso il consenso e la solidarietà di decine di persone come lei, adulti che devono ancora faticosamente risolvere i problemi di identità che hanno sviluppato nelle loro famiglie omoparentali.
Ai bambini in famiglie omosessuali viene negato il diritto a sentire la mancanza della mamma o del papà. Sono condizionati e costretti a far finta di non sentire il bisogno di conoscere le proprie origini e i propri genitori biologici. Quel vuoto doloroso, quindi lo vivono come un senso di colpa. Anche se poi, tutt’intorno, fossero circondati sempre e soltanto da gesti premurosi e affettuosi dei due pseudo genitori, la violenza che subiscono è tremenda.
Quindi, da un lato il matrimonio omosessuale priva i bambini dei loro diritti alla filiazione naturale, dall’altro non solo diventa politicamente scorretto dirlo: si può essere multati decine di migliaia di dollari...
Le commissioni giudicanti su questi “crimini” hanno potere di perquisire cose, case e persone. L’autore della denuncia ha le spese legali completamente pagate dal governo, se perde la causa. Non così l’imputato. Anche se l’imputato è giudicato innocente, non può ricevere rimborso delle spese legali sostenute.
I genitori sono deprivati del diritto di educare i propri figli secondo i propri valori ( se questi sono considerati omofobi): possono aspettarsi l’ingerenza dello Stato, che giudica la loro “idoneità”. E se allo Stato non piace ciò che insegnano ai figli, lo Stato agisce per togliere loro la potestà.
Gli insegnanti non possono fare commenti sui social, non possono esprimere le loro opinioni neanche al di fuori dell’ambiente lavorativo. Pena il licenziamento o il dover prendere “lezioni di rieducazione” o di formazione della sensibilità.
Ora si sta creando anche il linguaggio neutro rispetto al genere, per legge. La neolingua impone che è discriminatorio definire un essere umano come maschio o femmina, o eterosessuale. Così, i media, il governo, i luoghi di lavoro, e in particolare le scuole devono evitare linguaggio sessista...
I wedding planner, e tutti gli imprenditori che creano l’indotto intorno al matrimonio, gli alberghi, non hanno diritto di evitare di servire i matrimoni gay. La maggior parte delle comunità religiose sono diventate “politicamente corrette” per evitare multe e perdite di status. I media canadesi perdono le licenze di radiodiffusione se trasmettono discorsi “politicamente scorretti”.
La libertà sessuale ai canadesi sta costando la libertà civile.
Aspettiamo la Corte Suprema degli USA per vedere cosa accadrà in America. Poi vediamo qui, cosa accadrà, una volta approvata la legge Cirinnà.
Redazione