Il Grande Fratello ha certamente un potere sovranazionale. Tant’è che ha costituito il suo Ministero dell’Amore in ogni Paese che governa. Abbiamo visto come agisce in Inghilterra, in Italia e – ovviamente – non poteva mancare, il Ministero dell’Amore, in Francia.
Chi ancora non avesse letto 1984 di George Orwell, sarà bene che lo faccia: potrà comprendere molto meglio quello che sta accadendo in questo nostro mondo.
Il Ministero dell’Amore, in Francia, esiste da tempo (secondo alcuni da quando nel ’72 è stata varata la prima legge contro le discriminazioni. Certe discriminazioni). All’inizio di agosto, però, quando tutti sono in ferie, un po’ distratti, è stata varata una legge che inasprisce le sanzioni nei confronti di chi promuova la discriminazione o “l’odio” nei confronti di nazioni, razze e ovviamente omosessuali o transessuali: non solo a mezzo stampa o altri mass media, anche in privato. E ricordate che – per il Ministero dell’Amore – è “odio” anche la sola critica o disapprovazione, espressa in termini civili, nei confronti di certi stili di vita.
Chiariamoci subito: se uno criticasse, sbeffeggiasse, offendesse – che so – lo stile di vita dei monaci o delle monache di clausura, andrebbe benissimo. Si tratta di puro e semplice diritto di satira o comunque di espressione del pensiero.
Ma se invece si trattasse di criticare – non le persone – i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, lì scatta la denuncia: reato d’odio. E il Ministero dell’Amore interviene.
Vengono raddoppiate le ammende che già la legge comminava per le ingiuste discriminazioni razziali (ecc.) e viene disposta la rieducazione dei cittadini “odiatori”. Il nuovo testo, inoltre, sanziona il reato d’odio anche se si manifesta nella sfera “non pubblica” – sul posto di lavoro, a scuola e anche in conversazioni private, come ad esempio i commenti privati sui social media.
La vittima potrebbe anche non essere presente, una persona non coinvolta direttamente nella conversazione (attenti quindi anche a spettegolare sul collega o sulla vicina di casa...).
Le pene accessorie previste dalla legge (che può essere applicata – come le violazioni del codice stradale – da un semplice e sbrigativo tribunale di polizia, senza bisogno di adire alle corti giudicanti con lunghi processi....) prevedono fra l’altro la confisca della cosa utilizzata o destinata ad essere utilizzata per commettere il reato o la cosa che ne deriva (il pc?), l’obbligo di lavoro socialmente utile da 20 a 120 ore, l’ obbligo di seguire, a proprie spese, un corso “educativo”.
Immaginiamo che il corso di “rieducazione del pensiero” (stile maoista?) si tenga nella famosa Stanza 101 del Ministero dell’Amore, o in qualche locale adiacente...
Secondo Jeanne Smits, corrispondente a Parigi di LifeSiteNews, la lunga esperienza del Ministero dell’Amore in Francia ha reso abbondantemente chiaro che l’obiettivo non è tanto evitare e punire l’istigazione alla violenza, e le discriminazioni ingiuste, ma rafforzare un sistema di privilegio (discriminazione in positivo, ma comunque ingiusta) a beneficio di certi gruppi protetti, primi fra tutti gli LGBTQIA(...) .
Redazione
Fonte: LifeSiteNews
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