Pubblichiamo di seguito il Comunicato Stampa del Movimento per la Vita italiano sul caso della neonata trovata morta accanto a un contenitore di farmaci scaduti in provincia di Firenze.
Si è da poco concluso il 39°convegno annuale nazionale dei movimenti per la vita locali dei centri di aiuto alla vita e delle case di accoglienza e si è avuta notizia del corpicino di una neonata trovata a Campi Bisenzio (Firenze), accanto al contenitore di farmaci scaduti nei pressi di una farmacia.
Non sono ancora noti i fatti all’origine del ritrovamento. Sappiamo però che una piccola creatura innocente, ricca soltanto della sua umanità, ancora carica di speranza, proiettata nel futuro, con un avvenire tutto da disegnare, è stata gettata via come un rifiuto, un farmaco scaduto, un oggetto inservibile da rottamare. Una scoperta dolorosa e sconvolgente, sia pensando alla bimba sia pensando alla sua mamma. Purtroppo, non è la prima volta che accadono storie simili. Povertà umane, affettive, spirituali che conducono alla svalutazione della vita umana in un impasto di solitudine e disperazione.
Buio. Freddo. Accanto a questi abbandoni ci sono poi quelli terribili che non vengono neanche riconosciuti come abbandoni quelli, numerosissimi, che avvengono per i bimbi cui viene impedito di nascere. Qui il rifiuto prima che fisico è mentale, perché l’abbandono è nel pensiero, nella mente, nel cuore; di questi bimbi viene cancellata anche la possibilità di essere guardati, è come se non esistessero; di loro, come esseri umani a pieno titolo, non si deve parlare.
E, il rifiuto, è tanto più drammatico quando l’abbandono viene contrabbandato come “conquista civile” e “progresso”, preteso come “diritto umano fondamentale”, propagandato come “scelta di libertà”. È necessaria una inversione di rotta per non limitarci solamente a scuotere la testa, addolorati, quando si scoprono bambini neonati tra i rifiuti. In Italia i centri di aiuto alla vita si trovano in ogni regione, isole comprese, e spesso sono abbinati a case di accoglienza. Esiste poi la possibilità di partorire in forma anonima, in qualunque ospedale pubblico ricevendo assistenza per la salute della mamma e del nascituro.
Ci sono poi, spesso associate a ospedali, le culle termiche, le “culle per la vita” dove collocare il neonato in forma anonima. È necessario che queste realtà siano conosciute. La scarsa informazione è probabilmente dovuta ad una cultura che cerca di mettere il silenziatore sul bambino nella fase prenatale e di conseguenza non favorisce la conoscenza di strumenti che potrebbero evitare infanticidi e tragici abbandoni.