Si chiama «Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa» ed è il nuovo cartoon Rai in onda su Rai Yoyo, da domenica scorsa – ogni giorno – alle ore 16:50. La serie, articolata in 20 brevi episodi da sei minuti ciascuno, è centrata sulle avventure che hanno per protagonisti due fratellini - Lampadino e Caramella - e i loro amici animali, incontrati nel MagiRegno degli Zampa, luogo fantastico a cui i bambini hanno accesso grazie ad una formula magica. Ora, fin qui nulla da ridire ovviamente; peccato tuttavia che, in questo cartone, sembri esservi qualcosa di non del tutto convincente.
Esso viene infatti presentato dalla Rai come un prodotto «per intrattenere e stimolare la fantasia di ogni bambino, contro il muro del pregiudizio e della discriminazione, perché divertimento e fantasia sono un diritto di tutti i bimbi». Cosa c’è che non va? Apparentemente nulla, se non fosse che questo riferimento al «muro del pregiudizio e della discriminazione» - richiamato così, senza cioè alcun tipo di riferimento o esempio preciso - suona un po’ troppo vago. Non va difatti dimenticato come la retorica della «lotta alla discriminazione e al pregiudizio» sia spesso proprio il paravento dietro cui il mondo Lgbt veicola le proprie istanze propagandistiche.
A ciò si aggiunga il fatto che «Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa» è un progetto che vede il contributo, tra i doppiatori, di Vladimir Luxuria – si legge in una nota della Rai - «perfettamente a suo agio nel ruolo di dispensatrice di sogni». Neppure questo, intendiamoci, fa del nuovo cartoon un prodotto automaticamente sconsigliabile. Tuttavia, sapendo quanto Luxuria sia un rappresentante del mondo Lgbt – e collegando questo aspetto al già richiamato e vaghissimo riferimento alla «lotta alla discriminazione e al pregiudizio» -, la sensazione che il cartone animato Rai possa nascondere dei contenuti o, quanto meno, dei profili ambigui viene.
Si evidenzia tutto ciò, sia ben chiaro, non per fare un paradossale processo alle intenzioni né per sparare aprioristicamente a zero su un prodotto per bambini; ma proprio il fatto che, appunto, si sta parlando di una serie tv destinata ai più piccoli, richiede da parte di tutti un supplemento di vigilanza. Tanto più se si considera come, a livello planetario, l’uso dei cartoni animati per diffondere la propaganda gender e non solo non costituisca affatto una novità, anzi. Risulta già un dato purtroppo reale e del quale esistono esempi concreti, alcuni dei quali oggettivamente gravissimi.
Il caso più significativo è probabilmente il primo matrimonio gay andato in onda, lo scorso anno, nel corso di un una puntata di Arthur, celebre cartone animato americano trasmesso dalla rete pubblica Pbs, con picchi di 10 milioni di ascolti. Ma neppure quella puntata di Arthur, a ben vedere, è stata una novità assoluta dato che contenuti inadatti ai bambini purtroppo, nei cartoons, si registrano da oltre 20 anni. Basti pensare a quanto accadde nel 1999, quando la Walt Disney Company annunciò ufficialmente di aver ritirato 3,4 milioni di copie della videocassetta di Le avventure di Bianca e Bernie a causa di alcuni fotogrammi in cui, da un momento all’altro, compariva una donna in topless.
Dicendo questo, lo si ripete ancora, non s’intende certo accusare Lampadino e Caramella – né chi ha prodotto questo cartone – di nulla. Tuttavia, alla luce di quanto poc’anzi rammentato (ma esisterebbero anche altri esempi, che manca qui lo spazio di enumerare), diviene chiaro come, quando di mezzo c’è il pubblico dei bambini, nessuna vigilanza risulti mai eccessiva. Soprattutto se un cartone animato, com’è quello nuovo da poco in onda su Rai Yoyo, promette di fare una «lotta alla discriminazione e al pregiudizio» senza specificare bene, qui sta il punto, dove intenda esattamente andare a parare. Motivo per cui è bene che i genitori, approfittando di questo periodo di obbligata permanenza domestica, non lascino i loro figli soli davanti allo schermo. Perché pure i virus della propaganda, spesso così sottovalutati, possono rivelarsi pericolosi.
di Giuliano Guzzo