21/01/2022

Il Paese è pronto per una donna al Quirinale? Il commento di suor Alfieri

Abbiamo raccolto il commento di suor Anna Monia Alfieri sull’imminente votazione per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Molti i nomi in ballo, con i partiti e le coalizioni che non sembrano ancora aver trovato un vero accordo. Anche quest’anno – come accaduto altre volte in passato – spuntano ipotesi su alcune figure femminili. L’Italia è pronta per una donna sul Colle più importante della Capitale?

«Non è una questione di genere ma di contenuti» esordisce suor Alfieri. «Non è una questione di slogan ma di strumenti. Credo che il profilo del Presidente della Repubblica debba essere, per esperienza e formazione, capace di garantire le vie della democrazia con una classe politica che ha un lungo percorso di maturazione da completare».

 

Il Paese accoglierebbe, come dovrebbe essere normale, positivamente una figura femminile?

«L’Italia è pronta ad avere un Presidente della Repubblica donna, soprattutto se ha una figura competente, con alto senso delle Istituzioni e che ha condotto il Senato nei tempi più burrascosi, come in quel dicembre 2018 quando sembrava messo in discussione. Sfido, dunque, la politica, ad uscire dai pregiudizi e ad agire con realismo  nell’intenzione di fare il vero bene della società civile. Se i grandi elettori riusciranno a candidare e a votare una donna, ciò sarà un segnale storico unico nel Paese Italia che tanto si è battuto per la parità di genere e si è sdegnato di fronte a comportamenti poco rispettosi, come quando la Presidente Ursula Gertrud von der Leyen fu lasciata in piedi, nell’imbarazzo generale dei presenti. Oggi i segretari politici sono chiamati ad una sfida: siano capaci di candidare al Quirinale una donna non in quanto genere, ma perché leader. Un messaggio del genere in queste ore sarebbe molto interessante verso le giovani donne del nostro paese che, così, imparerebbero anche a valorizzare le loro colleghe».

Nei momenti chiave è giusto porsi una domanda: quanto realmente crediamo negli ideali che si professano?

«Da semplice cittadina ritengo che normalmente è facile ricevere e offrire la solidarietà di tutti, uomini e donne ma ... non è sempre scontato, per la mentalità corrente, pensare ad una donna al vertice delle Istituzioni. Le rivalità, poi, non hanno confini di genere…Può dispiacere, ma la natura umana - se proprio non si vuole ricordare l’Homo homini lupus - è sicuramente fragile, qualunque ne sia il genere».

La vera sfida sarebbe sulla coerenza. Dove sono tutti coloro che si sono stracciati le vesti per difendere la parità di genere?

«Esattamente. E’ sempre il momento di passare dalle parole ai fatti. Una donna al Quirinale? La domanda neppure dovrebbe porsi, se pensiamo che il nostro Paese abbia raggiunto la maturità espressa dalla sua meravigliosa Costituzione e da decenni di riflessioni, di sofferenze, di esempi luminosi in ordine alla parità di genere. Perchè no? In questo perchè no c'è tutto: lo stupore delle cittadine e dei cittadini italiani che quotidianamente lavorano, le loro attese, le loro speranze. Altrimenti vanitas vanitatum et omnia vanitas».

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