Si è detto, in questi mesi, che sarebbe stato salutare – per quel che resta di democratico in questo paese, ben poco in verità – che i protagonisti del Patto del Nazareno, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, svelassero i contenuti reali del loro accordo.
Nonostante il loro silenzio, piano piano gli accordi vengono a galla. Su tutto. Renzi propone il modello della legge tedesca sulle unioni civili e Berlusconi si accoda e dice: “L’istituzione del dipartimento sulle libertà civili rappresenta una naturale continuità di quanto abbiamo fatto finora e si occuperà anche dei diritti delle coppie dello stesso sesso: siamo arrivati alla conclusione che la legge tedesca sulle unioni civili rappresenti un giusto compromesso tra il rispetto profondo dei valori cristiani, a cui teniamo molto, e della famiglia tradizionale. Ma chi ha responsabilità pubbliche non può non intervenire quando le esigenze della società cambiano”.
Rispetto profondo dei valori cristiani, ai quali “tenete molto”? Quali? Quelli espressi dal Vangelo o quelli che oggi vanno tanto di moda e che vengono spacciati come valori? Rispetto della famiglia tradizionale? Quale? Quella che è stata massacrata negli ultimi decenni, non tutelandola dalle aggressioni che ha subito dal “pensiero unico”? Dopo aver consentito che la cultura dominante la smantellasse come nucleo costitutivo della società – non garantendo, anche sul piano economico, un solo serio intervento di sostegno – le volete ora sottrarre anche l’educazione dei figli: dovrebbero essere educati da una scuola che non funziona in ogni ordine e grado a conoscere “le esigenze della società cambiano”: quelle di un individuo, che nasce maschio o femmina e che poi, nel corso della sua vita, può liberamente decidere di cambiare sesso una volta e poi un’altra volta ancora.
E’ questa la nuova società che volete contribuire a creare? Insieme ai tanti che si prodigano per sovvertire i principi dell’ordine naturale, mostrate un unico interesse: inseguire il consenso. Per raccogliere qualche voto in più, siete disposti a tutto. Sempre per il bene del paese, naturalmente.
Danilo Quinto