Mary Poppins non è più un «film per tutti». In Gran Bretagna, infatti, è stato recentemente valutato e classificato dal British board of film classification (Bbfc) quale «film per minori di 12 anni solo se accompagnati da una persona adulta», poiché usa un «linguaggio discriminatorio».
Il film cult della Disney del 1964 con Julie Andrews – che interpreta la tata perfetta che sa come prendere e far divertire i bimbi che le sono affidati tra canti e magia – è passato da film che può esser visto da tutti (“universal”), dunque anche da minori lasciati soli davanti allo schermo, a film che deve esser visto dai bambini in presenza di un adulto (“parental guidance”). La ragione di tale modifica nella sua classificazione risiede nell’uso del termine ‘Hottentots’ (‘ottentotti’) quale modo dispregiativo utilizzato dai bianchi europei per riferirsi ai pastori neri del Sudafrica in un’allusione agli spazzacamini con il viso sporco di fuliggine. In realtà la parola ‘ottentotti’ viene pronunciata nel film solo due volte da un veterano della Marina, l’ammiraglio Boom.
A tal proposito occorre puntualizzare che il soprannome ‘ottentotti’ viene attribuito dai coloni olandesi ai Khoekhoe, un gruppo di pastori nomadi che abitavano nella zona del Capo di Buona Speranza, ed è sinonimo di “balbettanti” in quanto allude alla difficoltà di comprenderne il linguaggio.
Eppure «sappiamo dalla nostra ricerca sul razzismo e sulla discriminazione che una preoccupazione notevole per i genitori è la possibilità di esporre i bambini a linguaggio o comportamenti discriminatori che potrebbero risultare angoscianti o essere ripetuti senza rendersi conto dell’offesa potenziale», ha affermato al Daily Mail un portavoce della Bbfc.
Certamente se da un lato appare piuttosto surreale tacciare di razzismo e linguaggio discriminatorio un intero film per «un’offesa potenziale» o due battute ironiche, dall’altro bisogna pur constatare con amarezza che la Disney sta facendo sempre più del ‘politicamente corretto’, dell’ideologia di genere e della cancel culture la propria bandiera. Basti ricordare le due donne omoerotiche che accompagnano insieme il figlio di una delle due all’asilo in Toy Story 4 (2019) o il bacio che si scambiano le stesse nel più recente Lightyear - La vera storia di Buzz. E ancora la poliziotta Specter, primo personaggio Lgbtqia+, protagonista del film Onward - Oltre la Magia (2020) e Priya di Red (2022), queer d’inclinazione bisessuale.