L’Huffington Post riporta i nomi delle 379 società, per lo più arcinote multinazionali, simboli del mercato e del capitalismo moderno, che promuovono il matrimonio gay e quindi faranno presente le loro istanze alla Corte Suprema americana, affinché abbatta le leggi degli Stati federati laddove contengono limitazioni allo stesso.
Sarebbe un vantaggio per il benessere di tutti i dipendenti che vivrebbero una vita più serena e quindi sarebbero più produttivi a lavoro, dicono.
Volevamo riportarne tutti i nomi. Ma 379 sono tanti... Li leggete cliccando sul link dell’Huf Post. Sono tutti “gay friendly”... però...
Molti, senza dubbio, saranno società gestite da soci di maggioranza che aderiscono all’ideologia LGBT.
Molte altre, però – ci scommettiamo – non hanno alcuna mira ideologica, ma guardano al business: nel prossimo numero del mensile Notizie ProVita, scriviamo proprio del gran giro di quattrini che c’è dietro l’industria del matrimonio gay, annessi e connessi.
Ma quante hanno sottoscritto l’appello per paura di essere accusate di omofobia e magari diventare oggetto di boicottaggio internazionale? Il caso Barilla nostrano docet.
Comunque diamo per buona la cifra e i nomi (da Coca Cola a Facebook, dalla Deutsche Bank a Goldman &Sacks, chi più ne ha più ne metta).
Però, visto che si parla di numeri, vogliamo dare anche il risultati pubblicati dal Family Research Council, e dalla National Religious Broadcasters, che hanno fatto un sondaggio d’opinione sul matrimonio.
L’81% degli americani intervistati ritiene che il governo dovrebbe “lasciare le persone libere di seguire le proprie convinzioni sul matrimonio, sia nella vita quotidiana, sia sul lavoro e nel modo in cui gestiscono le loro attività (quindi liberi anche i fiorai di non fornire fiori ai matrimoni gay: alla conferenza stampa di presentazione dei risultati hanno dato la loro testimonianza gli ex proprietari di un panificio in Oregon, e un ex analista di calcio della FOX Sports Network, licenziato nel 2013 dalla rete per aver sostenuto un candidato al Senato, in Texas, favorevole al matrimonio naturale).
Inoltre, il 61% degli intervistati sostiene il matrimonio tradizionale e ritiene che la Corte Suprema non dovrebbe costringere tutti i 50 stati a ridefinire il matrimonio.
Il 53%, infine, dice che il matrimonio è solo l’unione di un uomo e una donna.
Redazione