Il presepe, il simbolo del Natale che si sta per celebrare in tutto il Mondo, ha finito per produrre incomprensibilmente imbarazzo e turbamento in un asilo di Roma. Siamo nel quartiere Cornelia della Capitale – nella zona ovest della Capitale – e abbiamo raggiunto telefonicamente Emanuele Mastrangelo, il papà di uno dei piccoli alunni della scuola materna, che ne aveva proposto più volte l’allestimento.
Signor Mastrangelo, cos’è accaduto?
«All’asilo comunale frequentato da mia figlia, già lo scorso Natale (2021 ndr) non è stato allestito il presepe, adducendo la scusa che poteva risultare “divisivo”».
Quest’anno invece cosa è successo?
«E’ successo che questa volta ho deciso di far sentire la mia voce già ben prima del periodo di Natale. Durante la riunione tra maestre e genitori ho fatto notare che l’asilo non fa nulla per lo sviluppo culturale dei bambini, perché i piccoli sanno tutto della festa di Halloween ma non sanno nulla né del Natale né delle feste civili. In questo ci ho individuato proprio la volontà di cancellare la cultura: la formazione di un bambino non può limitarsi ad incollare pezzi di legno e foglie sul cartone. Il presepe, in particolare, poi, è cultura più che fede religiosa».
Quindi l’idea di allestire il presepe ha prodotto turbamento?
«Innanzitutto non ci sono situazioni all’asilo che possano giustificare il divieto di esporre il presepe, nessuno degli altri genitori ha infatti mai manifestato contrarietà all’esposizione di questo simbolo. Io, durante la riunione coi docenti, ho fatto la proposta operativa di fare il presepe, ma una delle maestre più contrarie ha sciolto l’assemblea, tra l’altro scavalcando la preside e io non ho più avuto la loro risposta».
Poi come si è evoluta la situazione? Cosa è successo?
«Siccome ho compresi si trattasse di un “no” informale, e avendo noi genitori la possibilità di proporre delle attività al collegio docente, mi sono proposto come parte attiva, chiedendo di poter fare materialmente io, insieme ad altri genitori, il presepe, insieme ai bambini. La risposta della preside è stata criptica: l’unica cosa che mi è stata risposta – ed è una non-risposta – è stato che il collegio docenti aveva deciso che nel giorno deputato alla preparazione del presepe si sarebbe svolta una “attività natalizia” che avrebbe compreso lo scambio degli auguri. Mi informo meglio e scopro che l’attività natalizia consisteva nella creazione di un centrotavola. Chiedo ancora una volta perché non il presepe e mi rispondono che semplicemente avevano scelto un’altra attività. A quel punto ho portato io un grande presepe fatto da me, a scuola, del peso di venticinque chili, ma anche in quel caso hanno trovato una scusa per rimuoverlo, dicendo che si trovava in una posizione pericolosa. Così, in occasione dello scambio degli auguri, mi sono diretto all’asilo per chiedere ragione, ma la preside serafica mi ha risposto che l’avevano esposto per l’intera giornata e che era pronto per essere portato via da me. Invece, subito dopo, l’hanno fatto sparire. L’ennesimo atto per cancellare il presepe e, senza una scusa valida, facendomi capire che la loro è stata fin dall’inizio una presa di posizione ideologica».