Il Primo Emendamento della Costituzione americana tutela la libertà religiosa, di parola, di stampa e di riunione.
E per la violazione di questa norma un prolifer della città di Ann Arbor, nel Michigan, è riuscito ad ottenere 7000 dollari di risarcimento dal Comune. Infatto era stato più volte multato e allontanato dai pressi di una clinica abortista dove lui parcheggiava l’auto dai cui finestrini si leggevano cartelli tipo: “L’aborto distrugge le donne”, oppure: “Venite a fare un’ecografia gratis in via Packard 2050, Ypsilanti” . Tecnicamente il Comune gli contestava che faceva pubblicità non autorizzata e gli ingiungeva di sgombrare.
Paul Dobrowolski ha sempre ubbidito e pagato le multe, ma alla fine ha chiesto aiuto all’ American Freedom Law Center. Lì l’avvocato Robert J. Muise ha eccepito che l’attività del suo cliente era ovviamente non commerciale, ma politica e che quindi il Comune aveva palesemente violato il suddetto Primo Emendamento.
Con una certa amarezza il legale ha notato come ci siano tre “aree di libertà di parola” negli USA – e anche qui da noi, aggiungiamo – che sono regolate molto diversamente nella sostanza, anche se in teoria la legge dovrebbe essere uguale per tutti: la libertà di parola dei prolife, la libertà di critica dell’Islam e la libertà di critica dei diritti dei gay: il Primo Emendamento sembra non valere per tutti. Perciò è particolarmente importante la vittoria ottenuta nella città di Ann Arbor.
la Redazione da Life Site News