Comincia a deflagrare, in modo sempre più serio, la bomba rappresentata dal pasticciaccio delle prescrizioni "selvagge" e indiscriminate dei farmaci bloccanti della pubertà, in particolare al Tavistock di Londra. Medicinali con effetti collaterali difficilmente reversibili (l'infertilità ad esempio) prescritti a preadolescenti.
Un questione scottante sollevata, in questo periodo, da una ragazzina pentita del suo processo di transizione che con grande difficoltà sta cercando di riconvertire. Un caso di cui ci siamo già occupati, quello di Keira Bell, che ha sollevato un’incredibile coltre sotto la quale si nascondono quelli che sono stati definiti veri e propri “abusi” dal punto di vista medico, su adolescenti, preadolescenti e in alcuni casi persino bambini. Ad affermarlo è proprio l’avvocato Fenella Morris che rappresenta il Tavistock and Portman NHS. La donna avrebbe confermato e difeso la possibilità messa in atto, peraltro, ripetutamente, in passato, dalla clinica in questione, di prescrivere farmaci bloccanti della pubertà a preadolescenti e persino a bambini di soli dieci anni
Parlando a nome del Tavistock, Morris, ha affermato, oltre ogni credibilità e immaginazione, che alcuni bambini erano in grado di optare in modo pienamente consapevole, per l’assunzione dei bloccanti, nonostante abbia anche ammesso che la natura di tale valutazione dipenderebbe e varierebbe da bambino a bambino. Ma secondo l’avvocato rimarrebbe il fatto che i minori avrebbero preso tale decisione dopo essere stati debitamente informati sugli effetti collaterali e irreversibili dei bloccanti.
Tuttavia, l'avvocato di Keira Bell, Jeremy Hyam ha replicato che ci sarebbero prove che gli ormoni bloccanti possono avere effetti collaterali significativi, tra cui la perdita di fertilità, delle funzioni sessuali e persino la diminuzione della densità ossea e che, dunque, l’idea che un bambino di tredici anni possa esprimere un consenso pieno e consapevole a tutto questo è "semplicemente non credibile" e "semplicemente una favola".
A tutto ciò si aggiunge il fatto che, la guida del sistema sanitario nazionale britannico dopo aver riportato che i farmaci bloccanti hanno effetti reversibili e non sarebbero, dunque, così pericolosi, ultimamente ha dovuto ritrattare questo giudizio e dichiarare piuttosto: “poco si sa sugli effetti collaterali a lungo termine di ormoni o bloccanti della pubertà nei bambini con disforia di genere." Una modifica significativa che potrebbe contribuire alla messa in discussione definitiva di certe prescrizioni indiscriminate e dannose per la salute, soprattutto dei più piccoli.