Pubblichiamo il comunicato ufficiale dei Giuristi per la Vita, impegnati nel dover difendere dalle accuse farneticanti delle lobby LGBTQIA(...) la dottoressa Silvana De Mari, “rea” di aver detto in modo chiaro quali rischi corrono gli uomini che fanno sesso con altri uomini.
La Procura della Repubblica di Torino aveva correttamente disposto per l’archiviazione del procedimento aperto nei confronti della Dott.ssa De Mari, ritenendo infondate tutte le accuse sollevatele; ma il Giudice delle Indagini Preliminari ha, invece, dato più ascolto alle opposizioni dei Comune di Torino e Torino Pride, optando, quindi, a che ogni decisione in merito venga assunta al termine d’un processo.
Continua e continuerà inalterata, ed anzi ancor più convinta, la nostra battaglia per la verità in difesa della pluri-specializzata Dott.ssa Silvana De Mari, poggiata su un dato scientifico inoppugnabile: lo stile di vita dei MSM (acronimo per maschi che fanno sesso con altri maschi) è, in assoluto, gravato dal più alto tasso di malattie sessualmente trasmissibili e di malattie proctologiche, che non quello del resto della popolazione. Questo dato scientifico (e non opinione), verificato direttamente e personalmente dalla Dott.ssa De Mari nel corso della sua amplia carriera medico-specialistica, è suffragato ed è stato convalidato anche da innumerevoli studi, una parte dei quali trovasi riassunta qui.
Dalle suddette inconfutabili evidenze scientifiche, la Dott.ssa De Mari ne deduce i seguenti corollari:
– uno stile di vita che causa una maggiore morbilità ed una maggiore mortalità non può essere considerato variante normale della sessualità;
– uno stile di vita ontologicamente sterile, che, cioè, per sua natura non può generare la vita (cosa che può, invece, scaturire solamente dall’incontro del gamete maschile con quello femminile), non si può sostenere abbia pari valore dello stile di vita potenzialmente generativo: diversamente, alla vita non si riconoscerebbe alcuna valenza, anzi l’indifferenza e forse addirittura una problematica da cui rifuggire;
– uno stile di vita che causa maggiore morbilità e mortalità non può essere genetico o costituzionale, in quanto sarebbe contrario alla regola biologica, per la quale ogni essere tende alla sopravvivenza ed alla riproduzione; in effetti, in una coppia di gemelli omozigote, l’eventuale stile di vita di “maschio che fa sesso con maschi” sviluppato da uno dei due, non è che lo sia o lo debba essere anche per l’altro;
– essere un “maschio che fa sesso con maschi” non appartiene all’identità della persona, ma al suo stile di vita, che può mutare: l’orientamento sessuale è, infatti, “fluido”, sia un senso, che nell’altro, può essere acquisito e può essere abbandonato. Nonostante l’evidenza della realtà ce lo riproponga tutti i giorni, in questo momento medicina e psicologia sono inspiegabilmente “imbavagliate dal dogma” che l’orientamento sessuale sarebbe rigido e lo stile di vita MSM immodificabile, imperdibile, irreversibile: a senso unico, anziché alternato;
– la stessa morbilità appartiene a quelle donne che subiscono pratiche che interessino l’apparato digerente (cioè anale, invece di quello sessuale), pratiche sempre più pubblicizzate come innocue e divertenti su riviste femminili e testi di educazione sessuale per ragazzine.
Per affermare le sue “teorie” la Dott.ssa De Mari ha sempre utilizzato uno stile aneufemistico – cioè il contrario di eufemistico – con l’intendimento di tuonare/raggiungere con la propria voce tutti coloro che praticano e/o subiscono, per ignoranza e/o non curanza di sé, stili di vita gravemente lesivi e pericolosi per la loro salute, ed inoltre:
– per indurre a che vangano bloccati i finanziamenti pubblici a Pride e Circoli gay, che propagandano uno stile di vita stigmatizzato persino dall’OMS come gravato da maggiori rischi. La dott.ssa De Mari si batte oggi, e s’è sempre battuta in passato, per la libertà personale d’orientamento sessuale di ciascuno, ma non approva e mai approverà, ovvero subirà passivamente, la decisione statale o di qualsiasi altro ente territoriale, a che i circoli omosessuali vengano o possano essere finanziati con denaro pubblico, perché questi ultimi affermano e sostengono un’etica ed un’estetica assolutamente non universalmente condivise dai cittadini, e qualunque cittadino, che non vi si riconosca, deve avere in diritto ed il potere di non finanziarli, anche indirettamente. Il finanziamento a Pride e circoli gay deve essere assolutamente volontario ed opzionale, mai istituzionale (se la libertà è garantita persino per le finalità dell’’8 e/o 5 per mille, non si vede perché, ed a maggior ragione, non lo debba garantire per i circoli gay);
– per far risuonare una voce nitida, forte e veritiera contro la diffusione di pratiche tutt’altro che innocue (propagandate invece e falsamente come tali), che investono donne ignare e ragazzine; pratiche pubblicizzate e invogliate su giornali femminili, ed addirittura su testi spacciati per essere di sana educazione sessuale. Il linguaggio usato dalla Dott.ssa De Mari non risulta certo più violento e/o aggressivo delle immagini e del linguaggio orgogliosamente adottati e urlati durante i Pride e/o presenti nei testi di riferimento di alcuni circoli gay finanziati con denaro pubblico;
– per evitare che venga censurata l’affermazione che l’orientamento sessuale sia “fluido”, come è ovvio che sia, essendo un comportamento. Così com’è possibile e consentito che una persona adotti l’orientamento sessuale omosessuale, altrettanto lo è che lo lasci/cambi per quello eterosessuale. E dato che, in questo secondo caso, la persona si dirigerebbe verso uno stile di vita gravato da ben meno rischi, è giusto e bene, anzi sarebbe raccomandabile ed è costituzionalmente garantito, che non sia intralciato o peggio ancora gli sia impedito, così come parimenti dev’essere consentito a medici e psicologi, che si rivedono in queste convinzioni scientificamente corrette e comprovate da innumerevoli casi, di poter svolgere serenamente la propria professione senza intimidazioni e negazioni alcune, legislative o deontologiche che siano.
Giuristi per la Vita
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto