In questi giorni e queste settimane, purtroppo, lo stiamo ribadendo: spesso le violenze sessuali hanno un drammatico legame con la pornografia. Si tratta di un collegamento che si è dimostrato tristemente concreto con i recenti fatti italiani degli stupri di Palermo e di Caivano, ma che riguarda tutto il mondo.
Un’ulteriore conferma arriva dal fatto che il noto sito di contenuti per adulti, Pornhub, che detiene appunto uno dei più grandi monopoli pornografici al mondo, è attualmente oggetto di un'azione legale collettiva da parte di vittime di abusi sessuali le cui aggressioni sono state poi pubblicate sul sito.
La vicenda è stata smascherata da indagini approfondite – tra cui un articolo del New York Times intitolato “The Children of Pornhub” – che hanno rivelato come la società attuale abbia contribuito a esaltare violenze sessuali esplicite, torture e aggressioni sessuali criminali per il piacere della visione degli utenti e del pubblico.
Ma c’è di più, il che è ancora più drammatico ed eloquente di quanto aziende simili siano potenti. Il 31 agosto scorso, infatti, il giudice distrettuale senior degli Stati Uniti, David A. Ezra, della corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto occidentale del Texas, si è schierato a favore di Pornhub (insieme a diverse altre società pornografiche e ai loro legali) riguardo a una causa contro genitori e figli, pronunciandosi contro la verifica dell'età del Texas.
Fonte: LifeSiteNews