06/07/2013

Il tasso di mortalità delle neomamme nell’Irlanda antiabortista è la metà rispetto alla Gran Bretagna: ecco lo studio.

Dublino, 19 Giugno 2013: Alcune ricerche condotte presso l’Università West Virginia-Charleston congiuntamente all’Università del North Carolina hanno documentato come l’antiabortista Irlanda registri dati nettamente migliori in materia di salute delle neomamme rispetto alla vicina Gran Bretagna, la quale, de facto, si è dotata di un apparato legislativo che permette l’aborto a richiesta.
Lo studio più sopra citato ha evidenziato come, sin dal 1968, la mortalità delle neomamme sia calata molto più sensibilmente in Irlanda che in Gran Bretagna. In materia di bimbi nati morti e bimbi sopravvissuti già in entrambe le realtà irlandesi, sia del nord che repubblicana, da questo punto di vista la situazione era da considerarsi migliore di quella Britannica.
“;La legalizzazione dell’aborto volontario è strettamente connessa con un tasso di mortalità di neomamme più elevato, nonché con un maggiore riscontro di casi di bimbi nati morti o prematuri. D’altra parte, i riscontri di patologie cerebrali nell’Irlanda del Nord, considerando come riferimento le nascite avvenute tra il 1981 ed il 2007, sono identificabili in un tasso del 2,3 ogni 1000 nati vivi: tale tasso è da considerarsi basso”, riporta lo studio.
La comparazione con la situazione fotografata in Gran Bretagna permette di comprendere i contorni di questa valutazione: nella nazione britannica, di fatti, il tasso è almeno doppio, ed ammonta a 6 per quanto concerne Inghilterra e Galles contro i 3 casi registrati nella Repubblica d’Irlanda.
“;In entrambe le realtà irlandesi, sia del nord che repubblicana, si possono riscontrare dati che mostrano una situazione migliore rispetto a quella britannica”, afferma lo studio.
Difatti, nel 2010 è stato riscontrato nella Repubblica d’Irlanda un tasso di mortalità neonatale pari a 3,8 ogni mille nati vivi, mentre in Gran Bretagna esso sale a 5,1 ogni mille nati vivi; il tasso di natalità prematura (meno di 37 settimane di gestazione) nello stesso anno ammonta a: 42,7 ogni mille nati vivi in Irlanda; 48 ogni mille nati vivi in Inghilterra e Galles; 73 ogni 1000 nati vivi in Scozia.
Questo studio è stato pubblicato sulla Rivista dei Fisici e Chirurghi Americani, a cura di by Dr. Byron C. Calhoun, Dr. John M. Thorp and Patrick Carroll, M.A, del Britain’s Pension and Population Research Institute (PAPRI). Con esso è stato riscontrato che un terzo delle donne inglesi ha verosimilmente “;fatto esperienza di un aborto”, mentre in Irlanda si scende a meno di un decimo.
I curatori dello studio hanno altresì calcolato il Tasso Complessivo di Aborto (TARs) per il 2011: 0.13 nella Repubblica d’Irlanda; 0.09 nell’Irlanda del Nord, dove l’aborto rimane illegale; 0.50 in Inghilterra e Galles; 0.36 in Scozia; 0.6 in Svezia.
Gli autori hanno inoltre notato che l’ammontare di aborti nullipari in Irlanda – aborti praticati prima che la donna abbia mai portato a termine una gravidanza- condizione la quale rischia di avere grave impatto sulla salute della donna stessa, è di gran lunga inferiore in Irlanda più tosto che in Gran Bretagna.
“;Se prendiamo a riferimento gli anni 80, il tasso di aborti nullipari in Inghilterra ammonta a più del doppio rispetto a quanto registrato in entrambe le realtà irlandesi.”
Inoltre, in entrambe le realtà irlandesi, essi hanno riscontrato uno stretto legame tra il declino dei tassi di nuzialità e l’incremento di aborti pari -i quali riguardano donne le quali abbiano già partorito in passato- e sostengono che tale incremento, verificatosi negli ultimi anni, “;può essere messo in relazione con quello contemporaneo del tasso di genitorialità di persone single.”
“;Ciò riflette la tendenza tuttora in atto in Irlanda a ritardare il matrimonio, la nascita di un figlio, ma anche un più alto tasso di natalità.
La più elevata diffusione degli aborti in Gran Bretagna è da correlare con il fatto che in Irlanda vi sia un maggior numero di coppie sposate rispetto alla terra di Albione; e gli studiosi curatori dello studio, in questo senso, sottolineano come “;ad un elevato numero di coppie sposate corrisponde un basso tasso di aborti nullipari.”
“;Il bassissimo tasso di aborti nullipari in Nord Irlanda può essere spiegato se si nota come le donne di quel paese ricorrano più comunemente al matrimonio nella fascia d’età compresa tra i 25 ed i 29 anni.”
Inoltre, va notato come “;i genitori single del Nord Irlanda comunemente decidano di aver ulteriori figli, mentre i loro “;dirimpettai” britannici tendono molto più spesso a ricorrere all’aborto. Le coppie irlandesi in attesa d’un bimbo, il più delle volte decidono di sposarsi, mentre quelle britanniche sono più propense a ricorrere all’aborto.”
I curatori dello studio notano altresì che, sebbene la legge consenta alle donne irlandesi di raggiungere la Gran Bretagna per ottenere aborti, eppure il tasso d’aborti in Irlanda rimane molto contenuto, specialmente se considerato alla luce degli oltre 200.000 aborti praticati ogni anno in Gran Bretagna.
In Gran Bretagna, sin dal 1967, l’Abortion Act ha consentito d’inquadrare la problematica dell’aborto nel campo della salute mentale -e, secondo quanto riportato nelle statistiche britanniche, quasi il 98% degli aborti è ora inquadrato nel campo della salute mentale.
Nel frattempo, anche l’Irlanda si sta preparando ad accogliere nel proprio ordinamento il medesimo inquadramento dell’aborto di cui in Gran Bretagna: la coalizione di governo, infatti, attende d’esser chiamata a votare uno di questi giorni in merito al disegno di legge sull’aborto, pittorescamente chiamato “;Disegno di legge in materia di protezione della vita durante la gravidanza”, col quale si consente un aborto senza limiti temporali per quelle madri le quali minacciano il suicidio.
Dopo mesi di controversie, le più imponenti manifestazioni nella storia irlandese ed una quasi ribellione all’interno del suo partito, Edna Kenny, la Taoiseach (Presidente del Consiglio) irlandese sta esercitando una forte pressione sulla propria maggioranza ponendo sul voto di tale disegno di legge la fiducia.
Al comitato che sta esaminando il disegno di legge è stato più volte suggerito di non inquadrare l’aborto -perché non può svolgere tale funzione- tra le cure per gl’intenti suicidi: difatti, nella stessa Gran Bretagna, recentemente i loro colleghi, che nel 1967 hanno introdotto l’aborto con l’Abortion Act, hanno ammesso di essersi pentiti di aver inquadrato l’aborto nel terreno della salute mentale, cioè quanto sta avvenendo ora in Irlanda.
Lord David Steele ha ammesso: “;Non mi sarei mai e poi mai aspettato che ci sarebbero stati così tanti aborti” e “;sarebbe un grave errore provare ad inquadrare l’aborto in una normativa per categorie.”
Recenti statistiche hanno evidenziato come 600 aborti vengano praticati ogni giorno in Gran Bretagna.

Traduzione a cura di Veronica Palladino

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeSiteNews in lingua inglese

di Hilary White

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