A inizio aprile il consiglio cittadino di Muenster, una cittadina del Texas, ha votato all’unanimità un’ordinanza che vieta l’aborto, rendendola così una città «rifugio sicuro per i concepiti». Il voto ha reso la cittadina di Muenster la 52esima città nello Stato del Texas e la 69esima degli Usa ad approvare un’ordinanza che rinforza il divieto d’aborto.
L’ordinanza prevede sei disposizioni, infatti vieta: di eseguire un aborto all’interno dei confini della città di Muenster, di ricorrere all’aborto ai residenti di Muenster a prescindere da dove si svolga la procedura, di accompagnare consapevolmente qualcuno ad abortire a prescindere da dove si svolga la procedura, di somministrare pillole abortive, di procurare aborti in modo clandestino all’interno della città di Muenster, e di trasportare e smaltire i resti dei bambini abortiti in cliniche situate al di fuori dello Stato del Texas. Questo significa anche che è punibile chiunque transiti nelle strade della città di Muenster per portare i resti dei bambini abortiti agli impianti di smaltimento dei rifiuti, come se fossero mera immondizia e non esseri umani assassinati.
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L’iniziativa è partita da un comune cittadini, Kenneth Bierschenk, primo firmatario della petizione che ha chiesto di far diventare la città “rifugio” per i non ancora nati. Bierschenk, infatti, ritiene che ogni vita debba essere protetta dalla nascita alla morte naturale e che i bambini concepiti abbiano bisogno di qualcuno che li difenda, non potendo farlo da soli. Per questo è importante continuare a proclamare la verità che sta dietro l’orrore dell’aborto.
Durante la discussione comunale, nel giorno del voto, ha esposto ai membri del consiglio cittadino le stime sui danni delle pillole abortive, secondo le quali su 25 donne che ricorrono all’aborto farmacologico una è costretta a recarsi in ospedale a causa delle complicazioni che possono verificarsi, come aborti incompleti, infezioni, emorragie. Un medico presente all’incontro ha confermato quanto dichiarato da Bierschenk, dichiarando che all’ospedale dove lavora si è trovato ad affrontare diverse situazioni di questo tipo, dimostrando che l’aborto è ancora un serio pericolo per le salute delle donne.
Il senatore repubblicano dello Stato del Texas Drew Springer, ha poi preso la parola citando la testimonianza di Abby Johnson, ex direttrice della clinica di Planned Parenthood, oggi attivista pro-life, la quale aveva parlato di recente di organizzazioni estere che commerciano pillole abortive in Texas, affermando perciò che devono essere prese posizioni decisive e adottati provvedimenti più restrittivi contro questi farmaci così pericolosi.
Molti altri concittadini si sono espressi favorevolmente rispetto all’ordinanza durante l’incontro che ha preceduto il voto: il sacerdote cattolico Joseph Keating ha affermato che l’aborto «è contro sia la legge divina sia la legge naturale, poiché nega la dignità umana; è immorale e ingiusto uccidere un essere umano innocente».
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Particolarmente toccante è stata la testimonianza di una madre, Kristie Becker, che ha raccontato la sua esperienza di una gravidanza difficile, caratterizzata da gravi complicazioni, alla quale ha reagito scegliendo la vita. «Sono qui stasera in onore di mia figlia, Julie Marie Becker. Nel 2016, a metà della mia gravidanza, mio marito e io scoprimmo che la nostra bambina era gravemente malata, e la mia stessa vita era a rischio a causa di una condizione che mi portava ad avere una quantità eccessiva di liquido amniotico. Avevamo 4 bambini piccoli a casa, uno dei quali, Bryan, stava per essere diagnosticato autistico. Julie e io siamo uno dei casi per i quali molte persone creano un’eccezione nei dibattiti sull’aborto», ha raccontato, eppure «prima ancora che il dottore pronunciasse la parola “aborto” l’ho fermato e gli ho detto che non ci sarebbe stata altra scelta oltre alla vita. Julie è nata a 31 settimane il 15 settembre 2016. È stata amata da subito e circondata dalla sua famiglia in terapia intensiva neonatale per 21 giorni. È stata battezzata nella fede cattolica ed è morta tra le mie braccia il 6 ottobre 2016».
Becker ha proseguito con la sua testimonianza, ricordando l’importanza dell’aiuto comunitario e disinteressato nella scelta della Vita: in quei momenti così difficili, infatti, la comunità della cittadina di Muenster non ha mai lasciati soli né lei né i suoi familiari, sostenendoli sia con la preghiera sia con importanti azioni concrete: «ci preparavano i pasti, ci aiutavano con i bambini, ci supportavano economicamente e ci sono stati vicino con tanti altri gesti di carità. Hanno continuato a supportarci e ad amare la nostra famiglia negli anni».
L’avvocato Jonathan F. Mitchell, che ha partecipato all’incontro del consiglio cittadino di Muenster tramite una video-chiamata, ha poi accettato di rappresentare gratuitamente la città per qualsiasi controversia legale che potrebbe nascere dall’approvazione delle ulteriori restrizioni sull’aborto, mentre anche il sindaco Tim Felderhoff ha tenuto un discorso appassionato in favore dell’ordinanza, che considera allineata ai valori e agli ideali della città di Muenster, conosciuta come una fervida comunità cattolica.
Lo stesso primo cittadino ha ricordato che già nel recente passato – nel marzo del 2022 - durante le primarie del partito repubblicano del Texas, i repubblicani dello Stato dovettero esprimersi su una proposta che stabiliva che «il Texas avrebbe promulgato un emendamento costituzionale statale per difendere la sacralità della vita umana innocente, creata ad immagine di Dio, dal concepimento alla morte naturale». Nella contea di Cooke, dove si trova Muenster, l’88% degli elettori votarono a favore di questa proposta, mentre solo il 12% votò contro.
Queste prese di posizione così coraggiose ci fanno intendere che c’è ancora speranza, che ci sono ancora persone disposte a proclamare la verità della sacralità della vita e della dignità umana del concepito. In Texas, dopo anni di battaglie, sono riusciti a compiere enormi passi avanti nella difesa della vita anche sul piano istituzionale, senza mai arrendersi nonostante le difficoltà, ma continuando sempre e comunque a perseverare, senza scendere a compromessi. Si spera che anche l’Italia – le regioni, i comuni e lo Stato centrale – possano seguire questa strada: quella della difesa del concepito e del suo pieno riconoscimento giuridico, come tra l’altro affermano alcune proposte di legge già presentate in Parlamento, e che aspettano solo di essere approvate.
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