20/03/2014

Il Trentino Alto Adige dice no a “genitore1” e “genitore2”

Il Trentino Alto Adige dice no alla sostituzione delle parole “madre” e “padre”. Ieri in Consiglio Regionale è andata in discussione una mozione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi affinché, nella modulistica dei servizi forniti dalla Regione, non siano utilizzati termini quali “genitore richiedente e altro genitore” o “genitore 1 e genitore 2”, finalizzati a cancellare per via burocratica quel poco che resta della famiglia tradizionale.

La mozione, che vede come primo firmatario il Consigliere Rodolfo Borga (Civica Trentina), ha ottenuto parere negativo dalla Giunta, espresso tramite le parole del Vicepresidente Violetta Plotegher del PD ed avrebbe forse rischiato di fare la medesima fine dell’analogo documento presentato in Consiglio Provinciale di Trento dove, grazie alle forti pressioni del  Partito Democratico, coadiuvato anche dal Movimento 5 Stelle, il voto ha avuto esito ben diverso.

“Oggigiorno il papà e la mamma appartengono ad un mondo ormai obsoleto,” scrive Borga  “residuo di un oscuro passato ed ostacolo, in quanto tale da rimuovere al più presto, alla piena affermazione delle magnifiche sorti e progressive, cui anela la nostra società.” Considerato l’effetto domino che le singole iniziative di smantellamento del concetto di famiglia tradizionale stanno ottenendo, il Consigliere crede sia doveroso puntualizzare l’atteggiamento che la Regione si impegna di andare a tenere, “poiché, le sciocchezze, specie quando fanno apparire al passo con i tempi, trovano non di rado dei pronti imitatori, e poiché, quando non si vuole o non si è in grado di affrontare e risolvere i veri problemi.”

La svolta si è avuta probabilmente sul piano metodologico: Borga ha richiesto ed ottenuto il voto segreto, mossa che ha permesso a ciascun Consigliere di essere più influenzato dalla propria coscienza rispetto alle indicazioni di scuderia.

Con 29 voti favorevoli, 25 contrari e 5 astenuti, quindi, la Regione Trentino Alto Adige si impegna a non genuflettersi al politicamente corretto, quantomeno nell’individuazione delle figure genitoriali.

Nessuna rilevanza è stata concessa dai giornali locali. La notizia ha invece interessato il quotidiano “Libero” che ha descritto il passaggio trentino come una brusca frenata nel globale disegno di assoggettamento delle anagrafi prima e della morale poi alla cultura gender.

I prossimi appuntamenti sul territorio sono imminenti quanto fondamentali: si passa dalla votazione dell’odg presentato in Consiglio Comunale a Trento dal Cons. Claudio Cia, sempre della Civica Trentina, sul tema dell’omogenitorialità, e la discussione del disegno di legge sull’omofobia e pari opportunità per i diversi orientamenti sessuali, il cosiddetto “FirmaLove”, in Consiglio Provinciale. Assemblee, queste ultime, dove il PD fa la parte del leone. Vedremo se sarà la coscienza o le logiche di partito ad avere la meglio.

Per chi fosse interessato, questo è il testo della mozione.

Redazione

 

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