05/05/2020 di Luca Scalise

Impariamo dalla Slovacchia: l’aborto non è un servizio essenziale

Qualcuno ha il coraggio di andare controcorrente e dichiarare non ciò che piace all’opinione pubblica, ma ciò che è vero: in questo tempo di epidemia, l’aborto non è affatto un servizio essenziale.

In Slovacchia, «il Ministero della Salute non ha indicato l'aborto come una prestazione essenziale, in questo periodo di pandemia, né autorizzato la commercializzazione delle pillole abortive per l'aborto a casa».

La Nuova Bussola Quotidiana, pertanto, ha intervistato la parlamentare slovacca Anna Zaborska, parlamentare europea fino allo scorso anno «e considerata a Bruxelles, insieme al nostro Carlo Casini […], uno dei leader storici delle battaglie pro life e pro family». «I principi come protezione della libertà religiosa, dei bambini non ancora nati, solidarietà tra generazioni, riconoscimento del lavoro non retribuito delle donne nelle famiglie sono presenti ovunque nel programma», un segno rivoluzionario e che di questi tempi certamente non passa inosservato.

Dopotutto, come si può essere un paese civile se non tutti gli esseri umani vengono considerati persone e trattati nel rispetto della loro dignità? Essere, poi, promotore dei diritti delle donne, come abbiamo più volte spiegato, comporta l’essere anche profondamente pro vita.

Anzitutto perché l’aborto, oltre a eliminare un piccolo innocente, espone la stessa donna che vi fa ricorso a seri pericoli per la sua salute. Poi, perché promuovere la vita significa aiutare concretamente le donne ad accogliere il frutto del proprio grembo, offrendo loro tutto l’aiuto psicologico, economico e sanitario di cui necessitano.

Spiega Zaborska: «Esistono diverse misure proposte nel Programma di coalizione: fornire migliori informazioni alle madri che considerano l'aborto, […] promuovere un sostegno finanziario per le future madri anche prima del parto. Personalmente considero che l'accordo di coalizione più importante sia quello che afferma esplicitamente che 'i parlamentari possono proporre una nuova legge anti-aborto'».

Insomma, far sì che a nessuno venga negato il fondamentale diritto alla vita e mettere la «famiglia al centro di ogni politica governativa» sono scelte di civiltà. Sarebbe molto buono se prendessimo esempio anche noi.

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