In California il deputato Toni Atkins ha proposto di estendere la possibilità di praticare aborti nel primo trimestre di gravidanza a personale non medico: assistenti, infermieri, studenti praticanti, sia in medicina che in scienze infermieristiche, infermieri ostetrici. Ce lo comunica Dave Andrusko su National Right to Life News, il quale si premura anche di ricordarci che gli aborti nel primo trimestre sono praticati col metodo dell’aspirazione: ciò vuol dire che si inserisce un potente tubo aspirante con l’estremità affilata nel grembo della madre.che smembra il bimbo e la placenta.I pezzi si raccolgono in una sorta di contenitore. Se qualcosa restasse nel grembo sarebbe estremamente pericoloso per la donna. A quanto comunicato dal mensile della Diocesi di Los Angeles, i Californiani non a favore della legge sono più del doppio di quelli pro. Il sondaggio è stato condotto tra uomini e donne di ogni etnia, di ogni orientamento politico e religioso. Il Daily News ha riportato che la legge è necessaria per le donne che in alcune contee devono guidare chilometri prima di trovare un medico abortista, ma lo stesso Guttmacher Institute (abortista dichiarato) ammette che solo l’1% delle Californiane vive in luoghi tanto isolati. La verità è che questa dovrebbe essere una sorta di legge-pilota che estenderà in tutti gli USA la possibilità di praticare aborti anche a persone non dotate di laurea in medicina.
Le femministe, tanto preoccupate per la salute delle donne, tacciono.
Ma tutto questo accade lontano, in California, dall’altra parte del mondo.
Immagino che qui in Italia una legge del genere sia improponibile: sarebbero le femministe nostrane a gridare allo scandalo per la “legalizzazione delle mammane”, cioè praticanti non accademicamente preparate per realizzare aborti... o no?
di Redazione