Può un’emittente televisiva chiedere “scusa” per aver riportato delle statistiche vere? Ebbene sì, e succede in Francia dove - come riporta Avvenire - il canale Cnews domenica scorsa ha riportato dei dati (veri!) relativi all’aborto, definendolo «la prima causa di morte al mondo».
Subito si è sollevato un polverone di indignazione sui social e sui media internazionali, compresi alcuni giornali italiani, praticamente non con l’accusa di aver mentito ma di non averlo fatto. Come riportano fonti attendibili (quali Oms e l’Istituto Worldometer), solo nel 2022 in Francia «sono state registrate 234.300 interruzioni volontarie di gravidanza» e nel mondo i bambini abortiti sono il 52% di tutti i decessi planetari. Le prime scuse sono arrivate dalla stessa emittente televisiva mentre il ministro della Salute francese Fréderic Valletoux ha affermato addirittura che è stato qualcosa di «indegno» paragonare i morti dell’aborto a quelli di altre malattie o circostanze e che tali statistiche siano state snocciolate in televisione.
Un polverone mediatico che, tra l’altro, arriva proprio nei giorni più infuocati della discussione sull’aborto quale diritto da inserire in Costituzione. Oggi infatti - mentre si scrive il voto è atteso nelle prossime ore - ci sarà la votazione all’interno del Senato (la Camera alta del Parlamento francese), nonostante il risultato sia molto più incerto e in bilico rispetto a quanto successo circa un mese fa all’Assemblée Nationale (la camera bassa).
Se il testo di legge che prevede l’inserimento dell’aborto in Costituzione dovesse passare, allora si andrà poi al voto delle camere riunite a Versailles, altrimenti sarà un duro colpo politico - per il governo, per i progressisti e per Macron - e si ritornerà alla discussione presso la Camera.