Il governatore del Michigan, Gretchen Whitmer, ha dichiarato giovedì scorso, che l'aborto è, sorprendetemente, "un supporto per la vita". Lo ha detto, durante una trasmissione radiofonica, a proposito dell’aborto ai tempi della pandemia.
La stessa governatrice che ha attirato critiche per le restrizioni imposte nel suo stato, a causa del Covid-19, ha osservato che, mentre il Michigan ha ridotto l'esecuzione di tutti gli interventi chirurgici elettivi, gli aborti possono ancora essere eseguiti e, anzi, sono considerati essenziali.
"L'assistenza sanitaria per una donna, il suo futuro, la sua capacità di decidere se e quando dar vita ad una famiglia non è un optional, è fondamentale per la sua vita", ha detto Whitmer. E ha aggiunto che in certe decisioni il governo non dovrebbe intromettersi.
Parole che arrivano dopo che, al contrario, molti governatori, hanno dichiarato l’aborto come non essenziale e ne hanno vietato le procedure mediche. Forse anche perché il coronavirus, in America, ha già mietuto un grandissimo numero di vittime, a cui probabilmente non è il caso di aggiungere anche quelle determinate, deliberatamente, dalle procedure abortive.
Le lobby abortiste, guidate da Planned Parenthood e dal Center for Reproductive Rights, hanno reagito a tali divieti attraverso misure legali. La Lega d'Azione della National Abortion Right ha accusato il presidente Donald Trump e i repubblicani di usare il coronavirus per limitare l'accesso alle interruzioni di gravidanza.
Ma l’entourage del presidente, per tutta risposta, ha dichiarato che i tentativi delle lobby abortiste, di usare il coronavirus per promuovere l'aborto, sono "disgustosi" ma non sorprendenti, aggiungendo che le lobby abortiste sono capaci di arrivare ad usare anche una crisi sanitaria globale per promuovere l'uccisione di bambini non ancora nati.
di Manuela Antonacci