Cara Sabrina, tu eri presente lo scorso anno alla Marcia per la vita. Che ricordo hai di quell’evento?
Ricordo un popolo unito nella sua diversità, una vera espressione di ecumenismo. Ed è stato molto bello, perchè se a volte religioni e movimenti dividono le persone, prese dal proprio fanatismo, o da forme malcelate di idolatria, c’è una esperienza che unisce e si chiama Amore. Marciare per la vita è significato unirsi in vista di un bene più grande, questa è stata la sensazione che ne ho ricavato.
Perchè ripetere la marcia anche quest’anno, a Roma, il 12 maggio?
L’Italia ha bisogno di vedere questo segno, quello cioè di un popolo che tutela la vita. La legge che permette l’aborto, in 30 anni ha devastato donne e famiglie. L’Italia ha bisogno di sentire che c’è una spinta alla protezione della vita, qualcuno che pensa davvero al più indifeso tra gli umani, il cucciolo d’uomo. E’ un segno importante, che va ripetuto ogni anno, affinchè chi non protegge la vita avverta la pressione di questo popolo che si muove all’unisono, un popolo fatto di credenti e non.
Sabrina darà la sua testimonianza l’11 maggio, a Roma, al grande convegno che precederà la marcia del 12, insieme a tante altre personalità del mondo pro life italiano e non.
Per info: www.marciaperlavita.it
di Francesco Agnoli