Oggi, la rete ha reso accessibili, ai minori, contenuti che un tempo erano appannaggio dei soli adulti, come pornografia, sexting e non solo. Anzi, possiamo parlare non solo di contenuti “accessibili”, ma di una vera e propria ipersessualizzazione dei minori che attraversa i media in generale, soprattutto i social e la Rete. Ne abbiamo parlato con Antonio Morra, autore di diversi libri, tra cui “Pornoloscenza”, in cui peraltro, offre suggerimenti ai genitori e agli educatori per proteggere bambini e adolescenti dai pericoli di Internet. Un tema, dunque, di grande attualità soprattutto ora che Pro Vita & Famiglia ha lanciato la sua nuova campagna proprio contro questo drammatico fenomeno.
Morra, perché questa ipersessualizzazione dei minori, nella forma di un vero e proprio bombardamento mediatico, a cui assistiamo oggi?
«Non è facile dare una risposta, credo ci siano diverse idee di fondo. Ci sono alcuni che spingono per una società sempre più progressista. Una società completamente libera dal pudore e dalle verità assolute. Quelli che sono stati i pilastri delle precedenti generazioni vengono demoliti per il piacere di ricostruire quello che si crede sia la migliore società possibile. I miei studi mi hanno spinto ad analizzare profondamente quella che è stata la rivoluzione sessuale e credo che la società di oggi sia frutto di “bugie” propinate ed accettate da quel periodo in poi. Da rimarcare il “Kinsey Report”: l’ideologia di una scienza falsificata che ha carburato la rivoluzione sessuale. Kinsey è considerato il padre della rivoluzione sessuale. Il discorso è molto lungo, ma vorrei sottolineare i suoi studi sulla sessualità dei bambini. Nel capitolo V del rapporto, figurano i risultati di "esperimenti" sulla sessualità dei bambini. Gli esperimenti erano volti a dimostrare la capacità dei bambini (anche di età prescolare) di "provare un orgasmo". La Dott.ssa Judith Reisman ha studiato in modo approfondito le ricerche di Kinsey e nel suo libro “Kinsey, Sex and Fraud” riporta come il metodo di ricerca di Kinsey è totalmente falsato ma soprattutto l’uso di pedofili per la ricerca sulla sessualità dei bambini. Si parla di migliaia di bambini abusati per quelli che lui chiama “normale sessualità infantile”.Quello che si legge nei suoi scritti fa rabbrividire, l’idea di fondo che Kinsey ha spinto (per gli adulti e i bambini) era quella che ha poi ha infiammato la rivoluzione sessuale: siamo essere promiscui e nasciamo così, non dobbiamo mai reprimere i nostri desideri sessuali ma alimentarli per il nostro benessere. Ideologia che andava a contrastare la morale Giudeo-Cristiana che perdurava fortemente fino a quel momento nel mondo occidentale. Questa ideologia credo sia alla base di quello che stiamo vivendo riguardo l’ipersessualizzazione dei bambini».
A proposito dell’ipersessualizzazione online, in Pornolescenza lei scrive “Quando si tratta di proteggere i figli online, i genitori sono spesso l’anello debole della catena”. Perché?
«In questi ultimi 7 anni sono stato a contatto con centinaia di famiglie e sono veramente in poche a proteggere i propri figli sui pericoli di Internet. Statistiche parlano di una famiglia su tre che ha impostato i “parental control” sui dispositivi dei propri figli. Questa mancanza ha portato i nostri figli ad essere a contatto con contenuti non adatti per la propria età. La prima visualizzazione di pornografia avviene già a 10-11 anni. Una pornografia violenta, estrema e lasciatemi dire brutale. I nostri ragazzi non sanno processare certe immagini e informazioni (specialmente a 10 anni), e quindi, molto spesso, la pornografia diventa insegnate di sessualità. I nostri figli imparano la sessualità da quello che vedono su Internet. Non possiamo astenerci da tutto questo. La famiglia deve essere quel porto sicuro dove certi argomenti vengono trattati e gestiti senza vergogna e tabù. Dobbiamo anticipare le mosse, essere presenti e informati. Come mi piace dire spesso, la domanda non è se ma quando».
Alla base di tutto questo, non c’è forse, un malinteso senso del concetto di “libertà”?
«Sicuramente! La libertà di noi adulti però sta demolendo l’identità dei nostri figli. Ritorno alla pornografia perché è un tema molto vicino alla mia storia (sono stato pornodipendente per svariati anni). Noi adulti vogliamo la libertà di “intrattenerci in modo tossico” con la pornografia. Questa nostra libertà però mette a rischio milioni di bambini e adolescenti. Questa nostra libertà ci ha portato di fronte ad una generazione definita “porno-nativa”. Una generazione che ha contatto con la pornografia “hard-core” prima del primo bacio. Una generazione iper-sessuale. Date uno sguardo ai profili Tik Tok o Instagram dei nostri adolescenti, ascoltate la musica più popolare e vi renderete conto del frutto che sta emergendo. Il nostro egoismo sta devastando le future generazioni. Siamo diventati moralmente cannibali per il gusto di essere liberi. La vera libertà però non è fare quello che si vuole o dare sfogo ai propri istinti più perversi, ma non essere schiavi di niente e di nessuno. Noi, invece, siamo schiavi».
Stiamo assistendo all’abolizione del concetto di “innocenza” legato all’infanzia? Se sì, cosa possiamo fare?
«Certamente, la soluzione è molto semplice. Torniamo alla genuinità della vita e godiamoci la famiglia. Stacchiamo il nostro sguardo dai cellulari e dai social media e investiamo tempo sui nostri figli e sulla loro vita. Portiamoli a riscoprire la bellezza la bellezza della natura, del silenzio, del dialogo familiare. Riscopriamo la bellezza della pura religione che trova in Dio il verso senso della vita. Riportiamo i nostri figli verso l’innocenza. La riscoperta della semplicità anche nel modo di essere, vestire e vivere. Rifiutiamo ogni forma di notorietà sfrenata per la ricchezza di cuori uniti.Grande sfida ma non abbiamo altra scelta».