Ci risiamo. Il cosiddetto movimento “Femen” colpisce ancora. Ma se il messaggio sostanzialmente risulta essere sempre il medesimo –nel coso di specie, rivendicare il diritto ad abortire senza avere alcuna forma di contatto con obiettori di coscienza od enti che si fanno carico di difendere la vita del bambino-, i metodi e soprattutto i contesti iniziano ad essere davvero troppo manchevoli di rispetto nei confronti dell’intera cittadinanza.
Ieri notte, durante la Santa Messa di Natale nella Cattedrale di Colonia, una ventenne militante del gruppo femminista ha interrotto la celebrazione salendo a seno nudo sull’altare invocando la libertà d’aborto con scritto sulla pelle “I’m God” (Io sono Dio).
La strategia delle femministe dei giorni d’oggi, quindi, risulta essere un combinato disposto tra blasfemia, inciviltà, totale mancanza di rispetto, ricerca di visibilità e violenza gratuita. Sono le promoter perfette della cultura della morte.
Redazione