Il 7 settembre scorso la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha annunciato un tour della durata di un mese durante il quale ha stabilito che visiterà almeno dodici campus universitari in almeno sette stati.
Con l’avvicinarsi delle prossime elezioni, previste per ottobre 2024, la Harris sta cercando di sfoderare le sue armi: promozione dell’accessibilità all’aborto e lotta alle leggi che lo ostacolano.
La visita più recente è avvenuta alla Nord Carolina A&T University, a Greensboro, il 15 di settembre: il discorso della vicepresidente si è concentrato prevalentemente sul tema del diritto di voto, sollecitando i ragazzi a esercitarlo con lo scopo di supportare, più di ogni altra cosa, «la libertà di compiere decisioni sul proprio corpo». Ha poi proseguito affermando che «una persona non deve abbandonare la sua fede o i suoi ideali per poter riconoscere che il governo non dovrebbe mai dire ad una donna cosa fare del suo corpo», criticando alcune leggi promulgate in certi stati, come quelle che non prevedono eccezioni per i casi di violenza sessuale o di incesto, che lei stessa ha definito “immorali”.
«Quello che la Corte Suprema ci ha portato via, può essere ripristinato dal Congresso» ha detto agli studenti, «può essere approvata una legge che ripristini tutte le protezioni previste dalla sentenza Roe vs Wade inerenti al diritto all’aborto, al diritto delle donne di prendere decisioni liberamente per loro stesse».
Bisogna specificare che è già da mesi che la Harris si lamenta del crescente numero di Stati che hanno posto dei limiti all’esercizio del diritto di aborto, dopo che è stata ribaltata, dalla Corte Suprema, la storica sentenza, e aveva già incoraggiato il congresso ad emanare leggi pro-aborto.
Non hanno però tardato ad arrivare le reazioni dei gruppi pro-life attivi in tutto il Paese. Michelle Ashley, direttrice statale in Nord Carolina dell’associazione SBA Pro-Life America, ha dichiarato che «la vicepresidente, nel nostro Stato, ha continuato a diffondere i suoi ideali in favore della possibilità di poter richiedere aborti senza alcuna limitazione, ma deve capire che i cittadini del Nord Carolina non supportano il suo approccio così radicale. Infatti, la maggioranza dei cittadini vuole dei limiti seri all’aborto, è stata chiesta anche l’eliminazione della possibilità di abortire dopo il primo trimestre (come è risultato da un sondaggio condotto dalla stessa SBA a Gennaio)». «Sono grata – ha proseguito - alla coraggiosa comunità del Nord Carolina che resiste in difesa della vita senza alcuna paura, a prescindere dalle insistenze dell’attuale amministrazione», ha concluso.
Anche gli studenti per la vita americani (SFLA) hanno organizzato una protesta pacifica nel campus, prima dell’arrivo della Harris. Il gruppo ha spiegato che, nonostante la resistenza di alcuni studenti, molti erano interessati a saperne di più sui loro ideali. Purtroppo però, quando è finito l’intervento della vicepresidente, è iniziato il caos: «quando la folla ha iniziato a urlare “Black Lives Matter” ho provato a spiegare che i pro-life sono d’accordo con loro, che l’industria dell’aborto ha come target anche le vite dei neri nel grembo materno. Insieme, possiamo proteggere questi bambini di colore. Inspiegabilmente questo li ha resi ancora più aggressivi: è dovuta intervenire la polizia che ha attraversato la folla per tirarci fuori in sicurezza. Siamo stati costretti ad abbandonare le nostre proprietà e i cartelli abbandonati sono stati immediatamente strappati e vandalizzati», racconta un membro dell’associazione Lydia Taylor.
La presidente di SFLA, Kristan Hawkins, ha inviato una lettera alla Harris chiedendole di partecipare a un dibattito sull’aborto in uno dei campus. La Hawkins infatti, sta organizzando lei stessa un tour dei college questo autunno ed entrambe si fermeranno alla Northern Arizona University. Nella lettera aveva specificato: «l’amministrazione che sostieni conduce battaglie pro-aborto per tutti e nove i mesi della gravidanza, fino ad includere l’infanticidio, a completa discrezione della donna, tutto a spese dei contribuenti. Inoltre, attacca l’obiezione di coscienza e gli stati che promuovono leggi pro-life. È evidente che la vostra amministrazione cerca di ottenere denaro da Planned Parenthood e altri che hanno deciso di investire nella vostra agenda». Ha poi dichiarato che «l’agenda politica radicalmente abortista dell’amministrazione Biden-Harris è camuffata, davanti agli studenti universitari, da una retorica incentrata su discorsi come “accessibilità” e “giustizia”».
Infine, anche il gruppo pro-life National Right to Life ha dichiarato, il giorno prima della visita in Nord Carolina, che l’amministrazione attuale ha promosso l’aborto, facendo il possibile per renderlo più accessibile, senza pensare minimamente al bambino innocente che viene ucciso nel processo. «Joe Biden e Kamala Harris hanno reso un argomento prioritario il diritto di abortire durante tutto il tempo della gravidanza, senza alcuna limitazione». ha fatto presente la presidente Carol Tobias.
Insomma, le voci fuori dal coro non sono poi così poche: pare infatti, che questa agenda abortista estremista, portata avanti dalla Harris e dal presidente Biden, non sia condivisa dalla maggioranza degli americani.