La Buona Notizia di oggi viene da Trieste.
Roberto Dipiazza, eletto sindaco per la terza volta, in questi giorni ha presentato la sua giunta e ha esposto il suo programma di governo della città, scatenando un vespaio di polemiche – alcune anche piuttosto isteriche (vedi foto).
Tra le varie politiche che intende intraprendere quello che ci interessa sottolineare è l’intenzione di dare un concreto sostegno verso i giovani e in favore della famiglia. Del resto il presidente del neoeletto consiglio comunale, Marco Gabrielli, e il consigliere Roberto Cason, sono tra i firmatari del Patto per la Famiglia di ProVita.
Dipiazza ha dichiarato apertamente a Il Piccolo: «Sarà eliminato il percorso educativo denominato “Gioco del rispetto”. Si provvederà alla chiusura del registro per le Dichiarazioni anticipate di trattamento, strumento inutile in mancanza di una legislazione nazionale, e del registro dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero. Ci sarà l’uscita del Comune di Trieste dalla rete ReADy [composta da amministrazioni locali che si impegnano in propaganda LGBTQIA...]».
Il vicesindaco, Pierpaolo Roberti, con delega alla famiglia ha spiegato: «Era fondamentale dare un segnale. La precedente amministrazione pensava che la famiglia fosse una cosa da distruggere. Noi la vogliamo riportare al centro». E al giornalista che gli chiedeva dell’assessorato “alle famiglie” – al plurale – di Torino, Roberti ha risposto: «Di famiglia ce n’è una sola. Quella formata da un uomo, una donna ed eventualmente dei figli».
E il giornalista: «Il sindaco ha dichiarato che non celebrerà le unioni civili e delegherà qualcun altro. Il vicesindaco, per esempio...».
Roberti: «Se dovesse delegare me , starò male quel giorno».
«E chi le celebrerà allora queste unioni?».
«Non lo so. Io no di sicuro».
Redazione
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