Tra il dramma che sta vivendo il piccolo Charlie Gard e i tentativi di introdurre l’eutanasia in Italia, è senza dubbio una buona notizia sapere che in Portogallo il cammino verso il cosiddetto suicidio assistito sembra aver subito una piccola battuta d’arresto.
Come abbiamo già scritto, anche il Parlamento di Lisbona sta discutendo di eutanasia e subito vi è stata la reazione di un movimento civico che si sta battendo a favore del diritto alla vita sino alla sua fine naturale.
Apprendiamo adesso che la scorsa settimana i deputati hanno dato via libera ad un progetto di legge che vuole fissare e ribadire in una sorta di statuto i diritti delle persone malate in fase terminale.
Il progetto ha avuto il sostegno del centrodestra e l’astensione delle sinistre, che lo hanno bollato come una legge “anti-eutanasia” e promettono battaglia. Per il momento però il testo è approdato in Commissione Salute.
Nonostante l’ordinamento portoghese si prenda già cura dei malati terminali, con questa proposta- che ha trovato il sostegno anche del Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa – si cerca di fornire a tutti i pazienti un più facile accesso alle cure palliative, che sono la vera risposta alle tentazioni eutanasiche dei cultori della morte.
Senza dubbio si tratta di un freno alla marcia verso la legalizzazione dell’eutanasia. L’auspicio è che si riesca a comprendere sempre più che uccidere i malati non è un gesto di compassione, ma di egoismo e di utilitarismo. Infatti, se assistiti come si deve, alleviando il dolore il più possibile, i pazienti in fase terminale non chiedono di morire, checché ne dica la propaganda radicale e libertaria.
Redazione
Fonte: Observador
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