L’Associazione Canadese per la Salute Mentale (CMHA) ha assunto una posizione pro vita, dichiarando che la MAiD (Medical Assistance in Dying) per i pazienti psichiatrici dovrebbe rimanere illegale .
[Medical Assistance in Dying vuol dire “assistenza medica nel morire”: notate la finezza della neolingua? Non si usano parole considerate – ancora – negative come suicidio, o eutanasia. Si usa la parola assistenza che ha una connotazione positiva e morire che è tutto sommato qualcosa di naturale e ineluttabile. Poi si chiude il tutto in un acronimo, una bella sigla asettica... e passa la paura...]
Il Canada ha legalizzato l’eutanasia nel giugno 2016: da allora la morte ha dilagato ben oltre il limite scritto nella legge: si toglie la vita non solo a malati terminali: anche ad anziani e malati psichiatrici e anche contro la loro volontà (una vecchina si è fatta tatuare su un braccio “non mi eutanasizzate”....), anche per prelevare organi, e per riassestare il bilancio dello Stato.
Il CMHA, come organizzazione orientata al recupero dei malati mentali sa che le malattie psichiatriche si possono curare, anche quando sono gravose o “insopportabili”. La vita del malato può essere penosa – a tratti – ma c’è sempre la speranza del recupero. Quindi, secondo la CMHA la vita dei malati mentali è da tutelare e non da terminare.
Quindi, gli psichiatri dell’associazione, a garanzia del diritto alla vita dei malati di mente (e soprattutto degli anziani, ma non solo) chiedono alle Istituzioni il ripristino dei supporti alle cure psichiatriche e degli investimenti nel settore, l’elaborazione e l’attuazione di una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio (il suicidio è un sintomo della malattia mentale non una cura per esso!), investimenti nella ricerca per prevenire e curare le malattie mentali, le malattie degenerative e l’abuso di sostanze che spesso le provocano.
Molti medici inizialmente favorevoli all’eutanasia, in Canada, dopo la legalizzazione ci hanno ripensato. E la posizione degli psichiatri canadesi ricalca quella dell’APA (l’associazione degli psichiatri americani) che nel dicembre 2016 ha dichiarato che lo psichiatra non deve prescrivere o somministrare alcun farmaco, né intervenire in alcun modo per togliere la vita a un malato.
Queste notizie ci fanno sperare che sarà la classe medica, ricordando il giuramento di Ippocrate, che si solleverà a favore della vita per arginare la deriva eutanasica che stiamo subendo.
Redazione
Fonte: LifeNews
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