La Buona Notizia con cui chiudiamo questa settimana ci parla di Maria e Consolata.
Due sorelle, due gemelle, due gemelle siamesi unite al livello dell’addome. E ora anche due nuove matricole, presso l’università cattolica Rucha d’Iringa, nel cuore della Tanzania.
L’origine di questa Buona Notizia non è rosea: una volta morto il padre, infatti, le due gemelline siamesi sono state abbandonate dalla loro mamma. Per fortuna, però, Maria e Consolata hanno incontrato sulla loro strada una missione cattolica, che le ha accolte e sostenute nella crescita.
Di qui, buona notizia si aggiunge a buona notizia: le due gemelle sono cresciute in perfetta salute, hanno una fede solida che le sostiene e non toglie loro la speranza, si sentono amate e ora – come scrivevamo in apertura -, alla soglia dei vent’anni, vedono anche realizzato il loro desiderio di andare all’università: si sono iscritte a scienze dell’educazione, sperano di diventare professoresse di storia, di inglese e di swahili e il loro più grande desiderio è quello di difendere i bambini handicappati o marginalizzati. Per loro, che parlano con cognizione di causa, tutti gli esseri umani hanno uguale valore e uguali diritti.
Essere abbandonati, crescere in un contesto più allargato di quello di un nucleo familiare, essere costretti a condividere ogni ora del giorno e della notte con una persona... non è affatto facile. Pensiamoci: neanche essere gemelli non siamesi non è facile, sotto certi punti di vista: bisogna condividere l’amore dei genitori, si hanno amici in comune, si ha sempre un temine di confronto con cui fare i conti... ma, alla fine, le ricchezze insite nella gemellarità sono tante e uniche.
Questa Buona Notizia è comunque ricca di speranza: Maria e Consolata sono felici e stanno costruendo il loro futuro. Assieme, per forza... ma forse anche per scelta e sintonia.
A lunedì, con un’altra Buona Notizia!
Redazione
Fonte: Aleteia
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