Abigail e Isobel Parry hanno iniziato la prima elementare a settembre. Sono due gemelline che hanno anche la sindrome di Down, ma Jodi e Matt, i loro genitori possono dare una testimonianza che allarga il cuore: all’indomani della nostra Giornata Nazionale delle persone con la Sindrome di Down, non potevamo non parteciparla ai nostri Lettori.
Tre settimane dopo la loro nascita prematura nel giugno 2011, quando hanno saputo della diagnosi, di quel cromosoma in più, Jodi e Matt si dono sentiti crollare il mondo addosso.
Le prime parole che il medico ha detto loro sono state: «Mi dispiace».
Purtroppo, molte famiglie con un figlio che ha una disabilità di apprendimento si trovano da sole a dover affrontare l’ignoto. E l’ignoto fa paura, soprattutto se è circondato da pregiudizi e stereotipi negativi. Quel «Mi dispiace», del dottore, per esempio, è stato un colpo per Jodi e Matt.
Non sapevano nulla della sindrome di Down e hanno lasciato l’ospedale senza risposte, con nessuna informazione, con paura e timore.
Ma presto le tenebre si sono diradate: la loro famiglia è diventata uno schianto!
E Jodi e Matt dicono che vogliono diffondere la gioia e la positività che circola in casa loro e fornire supporto ad altri genitori che potrebbero sentirsi persi e confusi.
Oggi vorrebbero chiedere a quel medico: «Per cosa le dispiace, dottore?». E sa qual è la Buona Notizia? «Non c’è niente da scusarsi, non c’è niente da dispiacersi». È solo un viaggio diverso, alla scoperta dei doni speciali che hanno questi bambini speciali. Diversi, sì, ma comunque meravigliosi.
Redazione
Fonte: National right to Life
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