Alcuni mesi fa (precisamente il 7 settembre 2012) abbiamo pubblicato su Riscossa Cristiana il primo articolo sulla dolorosa vicenda del seppellimento al cimitero di Desio dei bimbi uccisi con l’aborto. Giorgio Celsi, presidente dell’Associazione “Ora et Labora in difesa della Vita”, ci aveva informato, e documentato con fotografie, su come i poveri resti fossero sepolti in scatoloni per “rifiuti sanitari”. Grazie all’interessamento di Celsi e di Leonardo Chiesa, presidente dell’associazione “Mai nati”, si provvedeva almeno alla benedizione di questi bimbi, a cui una legge iniqua nega il diritto alla Vita. Inoltre apprendevamo un altro gesto di inutile cinismo: la rimozione di una Croce, che era stata posta sull’area cimiteriale destinata a questi seppellimenti. La Croce era poi tornata al suo posto, e i volontari erano avvisati per tempo dei seppellimenti, così da potersi organizzare, con la Chiesa locale, per la benedizione. Sembrava quindi che almeno si riconoscesse il diritto a una sepoltura dignitosa. Ora apprendiamo che la Ditta incaricata dei servizi cimiteriali non avvisa più i volontari e quindi diversi seppellimenti sono avvenuti, praticamente, in segreto. Le motivazioni addotte, come ci documenta Giorgio Celsi, sono “ineccepibili”, perché rispettose del nuovo mito, la “legalità”. Purtroppo ci si dimentica che non sempre “legalità” e “giustizia” coincidono. Nel caso specifico, la procedura burocratica è salva, ma non la pietà per i morti e il rispetto della dignità umana.
Fonte: Riscossa Cristiana