05/03/2013

La Campagna “40 giorni per la Vita” salva bambini in Australia

Sul sito LifeNews.com è stata pubblicata  la testimonianza di Brad Taylor, responsabile dell’associazione “40 giorni per la Vita”, che sulla costa occidentale dell’Australia, a Perth, organizza veglie e gruppi di preghiera fuori dagli ospedali in cui si praticano aborti e offre aiuto concreto alle madri in difficoltà.
Taylor racconta anzitutto della “battaglia dei cartelli”, che devono affrontare ogni volta: perché anche le forze dell’ordine provano a contestare il loro diritto di esporre poster in cui invitano le donne a non abortire e offrono aiuto concreto di carattere medico, economico, psicologico e umano.

I loro cartelli  offrono alle donne una speranza,  un’alternativa alla scelta irreversibile di uccidere il bambino che portano in grembo. Scelta che comunque si ritorcerà contro di loro e contro la loro coscienza. E questi cartelli salvano moltissime vite.
Perché per alcuni sono così offensivi?
E le proteste nei confronti dei prolife non si limitano a contestare l’esposizione dei cartelli.
Gli oppositori che Taylor trova più detestabili sono quelli passivi, apatici, che spesso popolano le Chiese delle più diverse confessioni religiose, e si pongono in posizioni di compromesso, politicamente corrette, nei confronti di temi tragici come l’aborto. In confronto ad essi, gli insulti che vengono urlati fuori dal finestrino delle macchine che passano davanti al gruppo di preghiera sono incoraggianti.
Se ne sorbiscono a decine ogni mattina. Il migliore è stato un giovane che gli ha urlato: “Perché non vai a impiegare il tuo tempo in qualcosa di utile, invece di sconvolgere ragazze che già sono angosciate?”
“Non vi so dire quanto ho apprezzato quel giovane”, commenta Taylor: lui ha capito cose che tanti Cristiani non hanno capito affatto: ha capito che le donne in quel luogo sono angosciate, che in quel luogo viene fatto loro del male…quando “il velo dei suoi occhi  cadrà” quel giovane sarà un potente difensore della vita!
Gesù nell’Apocalisse dice che ci vuole caldi o freddi, non tiepidi. Taylor si sente onorato di appartenere a un gruppo di Cristiani “caldi” che mettono il loro confort , la loro immagine, la loro reputazione alla berlina, nella pubblica piazza, e si pongono in preghiera davanti a tutti e soprattutto davanti al trono di Dio.
E la loro presenza e le loro preghiere e i loro cartelli hanno un effetto potente: lo attestano i numeri delle donne che ci ripensano e si rivolgono a dei centri di aiuto alla vita. Donne e bambini che loro non conoscono e non conosceranno mai, ma che  sono salvati attraverso di loro, grazie a Dio.

(Traduzione a cura di Francesca Romana Poleggi)

Clicca qui per leggere l’articolo pubblicato da LifeNews in lingua inglese

Fonte: LifeNews

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