09/07/2013

La Commissione Centrale per la Sanità del Regno Unito (GMC) deve supportare l’obiezione di coscienza in tema di aborto

Quando, lo scorso aprile, due ostetriche di Glasgow hanno ottenuto il diritto ad astenersi dal supervisionare aborti, ho suggerito che la Commissione generale di Sanità (GMC) del Regno Unito aveva bisogno di rivedere la sue linee guida professionali in materia, perché in contrasto con la legge.
Niall Dickson, il capo della GMC, disse al Guardian che la GMC aveva bisogno di valutare le implicazioni che la decisione presa dai giudici sulle linee guida. Pare che abbia detto: “;Valuteremo gli effetti di questa decisione, appena depositata, per vedere se ci sono implicazioni per le linee guida. Noi già abbiamo chiare direttive che suggeriscono ai medici di essere aperti con i datori di lavoro ed i colleghi, così da poter esercitare la professione in accordo con le proprie credenze, senza compromettere la cura dei pazienti”.
Stante che non ho sentito null’altro dalla GMC sulla materia, e sono passati quasi due mesi, oggi ho scritto al Sig. Dickson per sapere a che punto siamo:
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Le scrivo per sapere se la Commissione Generale della Sanità intende rivedere le proprie direttive su “Professione medica e opinion personali” alla luce della recente sentenza della Corte d’appello di Glasgow sulla partecipazione sull’aborto e, se si, quali sono le tempistiche che tali revisioni avranno.

Lei sarà edotto del fatto che due ostetriche cattoliche hanno vinto una battaglia legale in aprile al fine di evitare di prender parte a procedure abortive. Mary Doogan, 58, e Concepta Wood, 52, avevano perso in primo grado contro il Servizio Sanitario dell’Area di Glasgow e Clyde (NHS GGC), quando i giudici avevano sentenziato che i loro diritti non pativano violazione, in quanto esse non erano direttamente coinvolte negli aborti. In ogni caso i Giudici di Appello hanno stabilito che il diritto all’obiezione di coscienza dev’essere inteso nel senso che possono rifiutarsi di supervisionare e supportare il personale coinvolto nell’aborto.

La sentenza è significativa ed è rilevante anche per i medici. Come saprà, la legge sull’aborto del 1967 concede ai professionisti della sanità il diritto ad obiettare quando si tratti di partecipare ad aborti, ma il campo di applicazioni della parola “partecipare” è stata materia di molte battaglie legali.

Lady Dorrian, che ha esaminato il recente ricorso assieme a Lord Mackay di Drumadoon e Lord McEwan, ha affermato: “E’ nostra opinione che il diritto all’obiezione di coscienza si estenda non solo alle procedure mediche e chirurgiche abortive in senso stretto, ma all’intera procedura medica necessaria per lo scopo abortivo”. Ha affermato che l’obiezione di coscienza è riconosciuta dalla legge “non perché gli atti in questione siano illegali”, ma “perché è riconosciuto che l’intero processo abortivo è ritenuto da molte persone moralmente ripugnante”. Ha ancora aggiunto: “E’ in sintonia con la ratio dell’esenzione preferire un’interpretazione lata della legge.

Nel precedente giudizio, invece, Lady Smith aveva detto che le ostetriche non erano coperte dalla clausola sull’obiezione di coscienza, poiché a loro non era richiesto di giocare alcun ruolo diretto nel causare l’interruzione di gravidanza. L’appello ribalta la situazione.

Le direttive della GMC, da poco entrate in vigore, sono in contrasto con tale decisione. Attualmente si legge:“In Inghilterra, Galles e Scozia il diritto a rifiutare di partecipare in interruzioni di gravidanza (diverse da quelle in cui l’interruzione è necessaria per salvare la vita o impedire un serio danno alla salute della donna incinta), è protetta dalla legge sulla base della sezione 1  della Legge sull’Aborto del 1967. Tale diritto è limitato al rifiuto a partecipare alla procedura stessa e non alle cure, alla consulenza e alla gestione pre e post operatorie”.

Al paragrafo 33 della sentenza, la Corte ha chiarito che le linee guida professionali non possono stravolgere la legge: “Grande considerazione dovrebbe essere riconosciuta alle opinioni date finora alle associazioni di categoria, ma la preesistente pratica non fornisce necessariamente una corretta interpretazione. Inoltre, quando l’oggetto dell’opinione riguarda problemi legali, c’è sempre la possibilità che l’opinione data dall’associazione di categoria sia scorretta”.

Poiché tale sentenza proviene da una Corte scozzese (e la Scozia ha una differente sistema giurisdizionale rispetto all’Inghilterra e al Galles), non è legalmente vincolante in una Corte inglese; nondimeno avrà una significativa forza persuasiva in Inghilterra. La Legge sull’Aborto del 1967 si applica in Inghilterra, Galles e Scozia (ma non  nell’Irlanda del Nord) e quando in passato le Corti scozzesi hanno espresso un giudizio su materie controversie le loro decisioni sono state prese molto seriamente in Inghilterra e Galles, e viceversa.

Per qualche tempo ci siamo preoccupati che la GMC stesse applicando male la legge, in un ambito controverso; ma quest’ultimo giudizio ha chiarito la legge in un modo che la rende virtualmente inequivocabile.

L’Associazione dei Medici cristiani conta oltre 4000 dottori e 1000 studenti di medicina e la stragrande maggioranza presenterebbe obiezione alla partecipazione ad un aborto. Molti altri medici condividono tali opinioni e vorranno conoscere  l’attuale posizione della GMC. Come ho detto in precedenza, dunque, sarei grato per un’indicazione sulla possibilità di una revisione delle vostre direttive, e con quali tempistiche, al fine di informare i nostri associati date le importanti ricadute pratiche per molti di loro.

Traduzione e adattamenti a cura di Vincenzo Vittorino

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Peter Saunders – medico e presidente dell’Associazione medici cristiani

Festini

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