“La dignità umana è inviolabile. Ognuno ha diritto alla vita e alla dignità umana; la vita del feto sarà protetta fin dal concepimento” (Art. 2)
L’Ungheria ce l’ha fatta: l’ultimo Paese “formalmente comunista” dell’Europa dell’Est – così l’ha definito qualche giorno fa il VicePremier Navracscics – ha modificata la propria Carta Fondamentale vincendo una vera contro-rivoluzione per la difesa della Vita e della dignità della persona umana.
La nuova Carta di Budapest, firmata dal Presidente proprio il giorno del Lunedì di Pasqua – “un segno del destino” ha ricordato il Premier Orban – si ispira ai “valori del Cristianesimo”, proclamando fin dal Preambolo il “credo della nazione” e invocando la protezione di Dio attraverso la Corona di Santo Stefano.
Il nuovo Art. 3 stabilisce che la difesa dei diritti della persona riguarda anche la protezione dal traffico degli esseri umani, dalla sperimentazione medica e dalla clonazione.
Più avanti si stabilisce che per matrimonio si intende solo quello contratto fra un uomo e una donna, mentre si riducono le competenze della Corte Costituzionale, non rimanendo quindi molti altri strumenti (oltre a leggi costituzionali che richiedono la maggioranza qualificata dei 2/3 del Parlamento) per contrastare e stravolgere la Carta e le leggi che ad essa si ispirano.
Si può fare, allora: si può migliorare anche una Carta Fondamentale per difendere il primo dei Diritti umani (come, del resto, la nostra Carta prevede fin dall’Art. 2). Il Comunismo, il relativismo, la secolarizzazione non hanno congelato e paralizzato nemmeno l’ultimo fra i Paesi da cui ci si aspettava una “rivoluzione costituzionale per la Vita”.
Questa “rivoluzione costituzionale” la chiediamo anche noi, se è vero, come purtroppo è vero, che il nostro ordinamento dichiara costituzionalmente di proteggere e difendere la Vita, ma fin dal 1978 mette a disposizione mezzi, strutture e risorse statali per praticare l’interruzione volontaria di gravidanza; se è vero, come è tristemente vero, che dal 9 Febbraio del 2009, giorno della morte di Eluana Englaro, l’eutanasia nel nostro Paese è legge per sentenza.
Amnesty International ha tuonato contro il Governo ungherese che il nuovo testo “viola gli standard internazionali ed europei dei diritti umani”; atei, omosessuali e single sono pronti a battaglie anti-discriminazioni; i Socialisti hanno promesso una lotta politica senza tregua.
E noi? Quanto siamo pronti ad una battaglia senza tregua in nome della Vita?
di Federica Mancinelli