14/11/2013

La cultura omosessualista è ormai dilagante

Lifesitenews annuncia con indignazione che l’Università dell’Oregon ha pagato 24.000 dollari a Dan Savage – un attivista gay dei più scalmanati – per parlare agli studenti di sesso e perversioni sessuali (feticismo e quant’altro, ci fa un po’ senso precisare) articolo su Lifesitenews. Denari che fan parte del fondo finanziato con le tasse univerisitarie degli studenti stessi. Il sito suddetto ha indetto una  raccolta firme per protestare con l’Amministrazione dell’Ateneo, visto il livello culturale sotto zero della cosa.
I lettori penseranno che queste cose accadono oltreoceano, perché sono “più avanti”... e invece no.
L’Università di Padova http://cds.redattoresociale.it/File/Allegato/448517.pdf ha organizzato una serie di 5 incontri intitolati “Tutti diversi” nell’ambito di un progetto realizzato da studenti ed ex studenti con l’associazione Antéros LGBTI ed il contributo dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (ESU). L’obiettivo è quello di affrontare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, con il patrocinio dell’ Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri). Gli interventi programmati sono tutti di esponenti di associazioni LGBTI.
Per non essere da meno, a Milano http://www.prolifenews.it/filosofia-e-morale/luniversita-degli-studi-di-milano-finanzia-gli-omosessuali-per-oltraggiare-benedetto-xvi/ il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi ha stanziato la somma di euro 4.436,95 (tre mesi di stipendio per tanti impiegati e operai che magari hanno anche una famiglia da mantenere) per un ciclo di conferenze e cineforum. Gli  incontri si intitolano “Omosessualità e religione”, e sono pubblicizzati da un volantino/manifesto con un’oscena caricatura di Benedetto XVI.

I lettori penseranno che la misura è colma? Non ancora: al liceo Mamiani di Roma (e chissà in quante altre scuole d’Italia) sui moduli per l’iscrizione non si chiede più il nome di “madre e padre”, ma di “genitore 1 e genitore 2”.
E forse questo è solo l’inzio.
Perché non sia “l’inizio della fine” della civiltà, bisogna davvero che ciascuno di voi, cari lettori, si impegni in prima persona, in ogni circostanza della sua vita sociale, perché venga rispettata la Natura e la Verità.

Noi di Notizie Pro Vita siamo a vostra disposizione per dar voce e risonanza alle vostre proteste.

di Francesca Romana Poleggi

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