09/04/2020

La denuncia del Movimento per la Vita: assurdo favorire l’aborto a domicilio

Quando una gravidanza presenta difficoltà e problemi, la risposta è il sostegno e la condivisione della situazione della donna per superare insieme gli ostacoli che impedirebbero a un bambino di vedere la luce. Ad affermarlo è il Movimenti per la Vita in un comunicato stampa diffuso nella giornata di oggi.

I Centri di Aiuto alla Vita, i servizi ad essi collegati, come il Progetto Gemma e SOS Vita – prosegue il comunicato – sono sempre attivi. Per questo motivo il Movimento per la Vita si scaglia contro la richiesta di facilitare gli aborti al tempo del Covid-19, sulla base - tutta da dimostrare - che l’accesso all’IVG sarebbe reso quasi impossibile nelle strutture pubbliche. Una pretesa che il Movimento valuta come inaccettabile.

“È l’ennesima mossa ideologica – si legge nella nota stampa – che pretende di oscurare una elementare verità: nel grembo della donna in gravidanza c’è un figlio che ha diritto di nascere. Secondo i richiedenti, l’aborto dovrebbe diventare domiciliare, attuato mediante la Ru486 fornita fino a nove settimane di gravidanza (superando il limite attuale di sette). Che sia una mossa rozzamente ideologica lo dimostra il fatto che da un punto di vista tecnico la RU486 dopo massimo 49-50 giorni diminuisce la sua “efficacia” in modo importante (quindi l’allungamento del termine è meramente pretestuoso); è poi risaputo che l’assunzione della RU486 può avere effetti collaterali che mettono a rischio la salute e la vita della donna la quale potrebbe trovarsi nell’emergenza di ricorrere d’urgenza al pronto soccorso dove si finisce per associare all’aborto farmacologico quello chirurgico con inevitabile ricovero”.

Il Movimento per la Vita, inoltre, denuncia come in questo modo si vada ad aggiungere all’emergenza Covid-19 anche l’emergenza aborti, esponendo così “la donna al rischio di contagio. Insomma – prosegue il comunicato – è una rozza banalizzazione dell’aborto quella che si vorrebbe attuare, una banalizzazione che si ostina a rifiutare la scienza e la ragione e che lascia la donna nella sua solitudine”.

Il comunicato cita poi le parole del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte: “Mai come ora la nostra comunità – ha infatti affermato qualche giorno fa il premier - deve stringersi forte, come una catena a protezione del bene più importante: la vita. Se dovesse cedere anche solo un anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti». Da queste parole la domanda-denuncia del Movimento per la Vita: “Perché la protezione non dovrebbe riguardare anche il diritto alla vita dei più piccoli e i più poveri quali sono i bambini non nati?”.

 

Fonte: Comunicato Stampa Movimento per la Vita

 

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