“La “Settimana dello Studente” nasce dall’esigenza di adottare un modello di formazione che, oltre a fornire agli studenti i mezzi per affrontare meglio la realtà, stimoli in loro anche l’interesse e il desiderio di partecipare attivamente, da autentici protagonisti, alla vita scolastica“
Questa la circolare che il Liceo Statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia ha fatto girare a fine gennaio, per preannunciare, appunto, la cosiddetta “Settimana dello Studente”, che si è svolta dal 17 al 21 gennaio, senza però annunciare i dettagli e gli argomenti trattati nei vari incontri.
Una di queste attività si è caratterizzata per l’incontro degli studenti, lo scorso 19 gennaio, con Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria, come la stessa associazione ha pubblicizzato sui social tramite una foto che si commenta da sola. Si tratta dello scatto, in un contesto classe, di alcuni adolescenti che reggono un cartellone dipinto coi colori dell’arcobaleno e su cui campeggia la scritta, con un grande cuore come sfondo: “preoccupatevi dei ragazzi che vogliono odiarsi piuttosto che di quelli che vogliono amarsi”. A corredo del post il commento di Arcigay: “Oggi giornata stupenda insieme al liceo Statale "Vito Capialbi" #diritti #scuola #lgbtqia #arcigay #inclusione”.
E allora forse appare chiaro il motivo per cui nella settimana dello studente non vengono menzionate con chiarezza le attività previste e soprattutto ci chiediamo se siano state approvate dal Consiglio di Istituto e dal Preside, come dovrebbe essere da prassi in occasioni simili, e se i genitori siano stati correttamente informati.
Inoltre, come accade spesso, a proposito dei corsi tenuti dalle associazioni arcobaleno, ultimamente, né su facebook né sulla rete c’è traccia alcuna sulle attività svolte nell’ora di indottrinamento gender e sui contenuti di cui si è parlato. Forse per non dare la possibilità di impugnare certe iniziative che evidentemente cozzano terribilmente con la libertà educativa dei genitori?