02/08/2024 di Fabio Piemonte

La storia della mamma che ha sfidato Planned Parenthood nonostante il dramma di uno stupro

«Una telefonata può cambiare la vita di una persona; nel mio caso, le risposte ricevute nel corso di due telefonate diverse avrebbero contribuito a determinare la vita o la morte di due persone». Angela Hars - una giovane mamma americana, classe 1987 - comincia così a raccontare la propria storia in un video pubblicato da Student for Life.

Stuprata ormai oltre dieci anni fa da un parente di una sua amica, Angela rimane incinta. Ha tanta paura, per cui decide di sentire subito qualcuno nella speranza di trovare comprensione e sostegno. Telefona dunque a una clinica della rete di Planned Parenthood. «La signora di Planned Parenthood prende nota dei miei dati, mi dice che avrei potuto prenotare una visita di controllo già venerdì pomeriggio, assicurandomi che mi avrebbero aiutato a prendermi cura del mio problema e che nessuno avrebbe mai dovuto saperlo», ricorda Angela.

Dopo questa telefonata Angela si sente sopraffatta da un senso di vergogna e si domanda: «Come posso scegliere di fare qualcosa che in cuor mio credo sia sbagliata?». Cresciuta in una famiglia cristiana, Angela è infatti piuttosto consapevole anche del valore di sacralità della vita umana sin dal concepimento. Inoltre suo padre è vicedirettore del Rockville Pregnancy Center, una clinica ostetrica che supporta proprio le madri con gravidanze difficili o indesiderate a custodire la vita in grembo del loro figlio. 

Di qui Angela decide di fare un’altra telefonata. Questa volta contatta un centro per la vita di New York. «Quando la signora ha risposto al telefono riuscivo a malapena a parlare. Mi ha detto: “Va tutto bene, tesoro, prenditi tutto il tempo che ti serve. Sono qui con te”. Allora cominciai a condividere con questa sconosciuta tutto quello che mi era successo, le mie paure relative a cosa il futuro avrebbe riservato a me e a mia figlia. Le confessai che avevo programmato un aborto ed ero terrorizzata», prosegue la giovane nel suo racconto. Dalla sua interlocutrice Angela riceve proprio quanto cercava: accoglienza e supporto concreti e, soprattutto, un’ipotesi di senso e significato a quanto accadutole. «Per qualche motivo Dio sta scegliendo di darti una vita da questa terribile situazione. Dio sa che saresti una mamma fantastica e so che puoi farcela». Sentendosi rincuorata da queste parole, Angela avverte un senso di pace interiore e apre gli occhi sul fatto «che Dio aveva un piano e uno scopo per tutto quello che avevo passato». 

Così Angela richiama Planned Parenthood per annullare l’appuntamento stabilito. «Invece di ricevere parole di incoraggiamento e di responsabilizzazione, vengo richiamata al senso di vergogna che avrei provato, mi spingono ad abortire dicendomi: “Se vai avanti in questo modo, non potrai mai viaggiare per il mondo come hai detto di voler fare. Possiamo occuparci di questo problema e nessuno dovrà mai saperlo”». All’interlocutrice però questa volta ella ha il coraggio di replicare: «Lo saprei, e Dio lo saprebbe, e questo mi basta»

«La donna di Planned Parenthood mi ha detto: “Non puoi”; la donna del centro di aiuto alla vita mi ha detto: “Puoi”. La prima ha parlato delle mie paure e mi ha fatto sentire senza speranza; la seconda ha parlato della mia fede e mi ha ridato speranza», afferma ancora Angela rilevando le differenze sostanziali tra le due telefonate.

«Quel giorno ho scelto la vita e mia figlia ha appena compiuto 10 anni. Molte donne che si trovano nella mia stessa situazione non conoscono il supporto concreto che i centri di aiuto alla vita possono loro offrire, quindi scelgono l’aborto perché Planned Parenthood è l’unica voce che sentono nel momento di maggiore vulnerabilità. Conosco molte donne che hanno scelto la vita anche dopo uno stupro e nessuna si è mai pentita di aver accolto il figlio. Conosco anche molte donne che hanno scelto l’aborto e vivono con il rimpianto di tale scelta ogni singolo giorno per il resto della loro vita», evidenzia ancora la giovane mamma. 

Alla luce di quanto vissuto Angela desidera infine incoraggiare ogni madre con una gravidanza difficile o indesiderata parlando così al suo cuore: «Puoi farcela. Puoi scegliere la vita. Non sei sola»

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