05/09/2024 di Gloria Callarelli

La storia di Chiara, a sette anni con Sindrome di Down supera l’esame di ballo della Royal Academy

Alla fine è diventata una piccola promessa del ballo. Ce l’ha fatta. Stiamo parlando di Chiara Lamacchia, sette anni, cresciuta a Landskron, in Austria – non molto distante dal confine con l’Italia e la Slovenia - con la sua famiglia: la madre Giorgia Compagnini Rota e il padre Cosimo Lamacchia, infatti, si sono trasferiti anni fa oltralpe dove oggi vivono.

Chiara è dunque la protagonista di una favola a lieto fine, ma anche di una storia che conferma quanto potenzialità ci sia in ogni vita, in ogni bambino, in ogni persona e come è stato riportato dal sito di informazione austriaco Kleine Zeitung. La bambina, infatti, ha la Sindrome di Down e questo le ha causato, già così piccola, delle enormi discriminazioni. Voleva imparare a sciare ma la scuola dove i genitori la portavano chiedeva loro di essere presenti a ogni lezione, senza apparente motivo se non quella che definirono «difficoltà di comunicazione». Eppure la bambina parla bene anche il tedesco, non solo l’italiano. Una discriminazione che colpì duramente la famiglia presa dalla paura di non poter far felice la propria figlia, di poterle garantire una vita e una crescita come qualsiasi altra bambina.

Allo scoramento, però, è subentrato il sollievo quando, su suggerimento di un’amica, Chiara fu ammessa senza problemi alla scuola di ballo “Das Ballett” di Valentina Madritsch, nella vicina cittadina di Villach. Una scuola di ballo di livello, dove gli insegnamenti vengono impartiti sul metodo, approvato e certificato, della Royal Academy of Dance.

Grande, dunque, è stata la sorpresa e la felicità non solo quando Chiara è stata accettata e anzi accolta a braccia aperte nella scuola, ma anche e soprattutto quando è riuscita perfino, nonostante le difficoltà che già una disciplina di questo tipo impone, a inserirsi perfettamente nel percorso e perfino a superare l'esame di 'Pre Primary Class'. Nel suo piccolo anche un record: è stata infatti la prima bambina con Sindrome di Down, in Austria, a riuscire nell’intento.

La dimostrazione che il raggiungimento di obiettivi di alto livello e di soddisfazioni nella vita è alla portata di tutti e a nessuno, mai, deve essere preclusa questa possibilità, come a nessuno deve essere negato il diritto in primis alla vita e di conseguenza a vivere un’esistenza pienamente dignitosa, al pari di chiunque altro. Dunque tanto studiare, quanto andare a sciare o, perfino, come ci insegna Chiara, a concorrere e superare un esame della Royal Academy di ballo.

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