Stupisce e indispone la rottura della presidente di Regione Tesei del patto sottoscritto pubblicamente il 17 ottobre 2019 in uno strabordante evento, alla presenza delle Associazioni Pro family e dei leader di partito Salvini, Meloni, Berlusconi presso il presso il Centro Congressi “A.Capitini”. Fu quella l’occasione pubblica in cui la Tesei, candidata del centrodestra in quota Lega, promise, sottoscrivendo un patto chiarissimo e inequivocabile con noi di Pro Vita e Famiglie, con il Family Day e altre associazioni pro family e pro life, di tutelare la Vita, dal concepimento alla morte naturale, i diritti della famiglia naturale e la libertà educativa.
Per questo salutammo con favore il fatto che a giugno Donatella Tesei abrogò la delibera che permetteva di praticare l’aborto farmacologico in day hospital, rendendo invece necessario il ricovero ospedaliero, ma non ci stupimmo: era naturale, dopo l’evento di ottobre, che la Tesei avesse cura della salute delle donne e che volesse combattere la banalizzazione dell’aborto, anzi proporre un’altra possibilità, così come suggerito nel manifesto da lei firmato. Era un atto dovuto che andava nella direzione del rispetto del principio medico della tutela della paziente e della salute della donna come priorità.
Appunto: era. Ora non più. Donatella Tesei, infatti, con un dietro-front incredibile, molto probabilmente dovuto alle pressioni per le pretestuose polemiche scatenate sin da giugno, si è allineata alle folli linee-guida del ministro Roberto Speranza, consentendo l’assunzione della Ru486 in day hospital, in ambulatorio e perfino nei consultori e fino alla nona settimana; e abbandonando di fatto le donne a loro stesse. Sì: perché queste nuove linee guida altro non fanno che incoraggiare le donne che si scoprono incinte in un momento non favorevole, e che quindi naturalmente vengono assalite dalla paura, con un pilatesco e falso "coraggio, prendi la pillolina, non ti succederà nulla, ciao".
Il manifesto da noi proposto e da lei sottoscritto di fronte a quella marea di elettori, che la votarono proprio in virtù di quella sottoscrizione, invece aveva tutt’altre premesse: affiancarsi sì, alle donne, ma per sostenerle e dar loro la possibilità di una vera scelta. Forse alla Tesei non interessa se quelle donne rischiano la loro salute, rischiano emorragie, setticemie, depressione e finanche morte? Forse, più importante della salute delle donne e della difesa della vita è poter essere lodata dalla Cirinnà?
Perchè la Tesei ha fatto dietro front? Perché ha scelto di rompere il patto sottoscritto con noi, e tramite noi, con i suoi elettori? Perché Donatella Tesei, tra la bagarre politica e la parola data, anzi scritta, ha scelto di tradire? Queste sono le domande che poniamo, sperando in un confronto franco e dirimente. Una cosa è certa: non siamo più disposti a farci prendere in giro.