20/09/2014

Matrimonio gay: la vecchia strategia del nuovo governo Renzi

Prendi un tema “caldo”, come quello del matrimonio gay, di quelli che scatenano polemiche e divisioni, crei il clima giusto con l’aiuto della stampa amica, lo lanci in pasto all’opinione pubblica a piccole dosi per poi attendere il momento giusto imponendolo proprio quando la massa è ‘distratta’ da altri temi.

Ed ecco che un membro del governo Renzi dice la verità sulle nozze gay. Una verità sottaciuta fino a quando hanno ritenuto opportuno ma che appariva già chiara.

E, incaricato a farlo, è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, svelando il piano di Renzi: «Sul tema delle unioni omosessuali bisogna che il nostro Paese si doti di una normativa che riconosca i diritti delle persone dello stesso sesso: c’è un vuoto nel nostro sistema e credo che vada rapidamente colmato».

Davvero chiaro il pensiero che pretende di regolamentare definitivamente sui matrimoni omosessuali.

Il suo giudizio si basa sul fatto che i comuni si stanno auto regolamentando sulla trascrizione dei matrimoni omosessuali (in violazione della legge e della Costituzione, perché la materia spetta allo Stato e mai è stata delegata agli enti locali). Il guardasigilli afferma: «sono uno stimolo a cercare di dare una risposta concreta».

Pochi attimi dopo è arrivato lo scontato plauso del Gay center, con le frasi di elogio del portavoce Fabrizio Marrazzo: «Dal ministro Orlando – ha affermato – viene una presa di posizione significativa. Però occorre andare oltre le parole e cominciare a mettere nero su bianco proposte concrete. In Italia – ha sostenuto Marrazzo – è maturata da tempo non solo un’opinione pubblica favorevole al riconoscimento delle unioni gay, ma anche una spinta politica che viene soprattutto dai sindaci, verso una piena equiparazione delle relazioni di coppia e dei matrimoni tra omosessuali contratti all’estero.  Un primo atto concreto sarebbe quello che il governo incontri le associazioni gay e inizi a recepire le richieste di cui siamo portavoce».

Una commedia ben recitata, il cui copione è stato utilizzato una miriade di volte con la sola variazioni degli interpreti.

Un miscuglio di propaganda e politica da voltastomaco. E la cosa assurda è che la strategia è sempre la stessa.

Purtroppo per i nuovi interpreti della già conosciuta commedia, la gente sta iniziando a capire le loro vecchie, ormai desuete e ammuffite strategie, facendo molta attenzione ad ogni singola sparata.

Sta a noi il compito di dimostrare che l’opinione pubblica non è affatto favorevole al riconoscimento del matrimonio gay!

Redazione

Fonte: Secolo D’Italia

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