Un’inchiesta della Verità, oggi in edicola, denuncia come si stia mettendo il bavaglio alle associazioni pro famiglia e pro vita, imponendo di sottoscrivere moduli in cui si dichiara di essere antifascisti, contro l’omofobia e il razzismo. Una sessantina di Comuni italiani hanno già aderito a questa assurda iniziativa. Di questo passo, nessuna manifestazione contro l’insegnamento gender nelle scuole sarà mai concessa. L’articolo riporta gli interventi del Comitato Articolo 26, di Generazione Famiglia , di Non si tocca la famiglia e di ProVita.
In proposito, la giornalista della Verità, Patrizia Floder Reitter, ha domandato a Toni Brandi, presidente di ProVita onlus:
«Con queste nuove regole,che mettono insieme norme antifasciste e contro l’omofobia, il razzismo, la vostra associazione non si sente limitata nell’esprimere valori, battaglie in difesa dei principi che sostenete? Sarà ancora più difficile contrastare, per esempio, il pensiero unico nelle scuole, perché di fatto vi sarà impedito di manifestare»
E Brandi ha risposto: « Esatto! Questo è lo scopo di tali imposizioni. La stessa accusa di “omofobia”, che non si basa sull’oggettività del reato ma sulla percezione di chi denuncia, è liberticida come sono liberticide queste nuove regole, pura e semplice espressione di una mentalità nazi-comunista che vuole reprimere la libertà di espressione. Tuttavia, ProVita non si lascerà intimidire e continuerà a battersi per la ragione e il buonsenso contro tutto e contro tutti».
Redazione
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