I media ed i libri di scuola presentano Salvador Allende come un eroe della libertà e della democrazia. Molti sono i libri che lo sostengono : «Salvador Allende. L’uomo, il leader, il mito» (Ediesse, 2003) o film come Salvador Allende, di Patrizio Guzmán, una coproduzione tra Belgio, Cile, Francia, Spagna, Germania e Messico (2005).
Oggi, però, questo mito comincia a crollare, demolito dai documenti che un solerte ricercatore cileno, Victor Farías (insegna storia all’Università del Cile), ha ritrovato negli archivi dell’ex-Germania Democratica e sta divulgando nonostante difficoltà ed ostracismi. Questi documenti svelano il vero Allende, che emerge come un mediocre studente di medicina e politico, oltre che fervente seguace delle teorie eugenetiche di stampo nazista, al punto da proporre nel 1938 un progetto di legge per sterilizzare i malati di mente.
Allende era antisemita dichiarato e fautore dell’eutanasia. Egli acconsentì all’accordo segreto fra il governo del Fronte Popolare e la Germania nazista che concedeva a quest’ultima perfino l’uso militare di un’isola nel Pacifico. Farías, che nel passato si è interessato alle infiltrazioni nazionalsocialiste nel suo Paese («Los nazis en Chile», Santiago, 2006), ha cominciato a scovare documenti che dimostrano un imbarazzante connubio fra i socialisti cileni e gruppi hitleriani.
Il suo libro «Salvador Allende: Antisemitismo y eutanasia» (Santiago, 2005) ha suscitato una fortissima polemica internazionale non ancora sedata. In seguito, ha pubblicato «Salvador Allende: el fin de un mito» (Santiago, 2006), con nuove e sorprendenti rivelazioni. Per saperne di più leggere articolo del Corriere del Sud e comprare il libro.
Antonio Brandi