Sta facendo il giro del mondo la notizia della piccola cilena, Belen, la ragazzina di 11 anni violentata ripetutamente dal patrigno, incinta. La triste e tragica notizia serve ai media pro morte a mettere sotto accusa la legislazione anti abortista del Cile, che risale ai tempi di Pinochet. Ovviamente i media sorvolano sul fatto che tutti i governi – anche di sinistra – che si sono succeduti da quando in Cile è tronata la democrazia, non hanno mai messo mano alla legalizzazione dell’aborto. E soprattutto nessuno ha riportato le dichiarazioni del Presidente cileno che a più riprese ha assicurato – con il ministro della sanità – che il caso è attentamente seguito e monitorato e che la salute di Belen non viene sottovalutata, né valutata meno di quella della creatura che porta in grembo. Non dicono che la nonna della bimba – che ha denunciato la violenza – e la famiglia non hanno mai chiesto che la gravidanza fosse terminata; da ultimo anche la piccola, intervistata, si è espressa in tal senso. L’inviato in Sud America di Lifesitenews.com, Matthew Hoffman, ha riportato le sue struggenti dichiarazioni ad un’intervista televisiva: lei già vuol bene a quella bambolina che porta in grembo, che non ha colpa della tremenda violenza che lei ha subito. La dichiarazione di Belen ha stupito e commosso molti, a cominciare dal Presidente Pinera. Certamente il parto verrà indotto anticipatamente, per evitare rischi alla salute di Belen. Perché la legislazione pro life è per la vita. E’ per la vita di tutti, anche della madre.
di Francesca Romana Poleggi
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