12/01/2014

La via della morte inizia con la negazione delle medicine

The Telegraph dell’11 gennaio scorso ci comunica che il servizio sanitario nazionale del Regno Unito potrebbe presto fornire nuovi farmaci per curare solo persone efficienti e produttive. Testuale: “New drugs would only be licensed for the NHS (cioè SSN, NdT) if they help those judged to be a benefit to wider society under proposals from the health watchdog. Pharmaceutical firms on Thursday night warned that the move could lead to new medicines being denied to the elderly”.

Chi sa l’inglese avrà letto che il Telegraph riporta che le case farmaceutiche si preoccupano che possa non essere tutelata la salute dei pazienti più anziani, e quindi meno produttivi. Estendiamo tale preoccupazione: non sono produttivi i disabili, i bambini, e perfino i disoccupati!

Sarà il NICE, National Institute for Health and Care Excellence (cioè l’Istituto Nazionale per l’eccellenza nella Salute e nella Cura), che dovrà decidere i criteri con cui assegnare i finanziamenti per il rimborso delle spese per i nuovi farmaci.

Considerando che il sistema sanitario anglosassone è stato preso a modello dell’Obamacare, il discusso nuovo servizio sanitario statunitense, si può presumere che sarà presa a modello anche questa tendenza? Non ci stupirebbe. Né ci stupisce che siamo a questo punto.

Quando si elimina Dio e la morale, quando è bene solo tutto ciò che soggettivamente conviene, non c’è motivo per cui la società debba prendersi cura dei più deboli. Per esempio degli anziani: finché siamo utili alla collettività, bene. Quando non siamo più in grado di incrementare il Pil, la società non ci passa più le medicine gratis. E presto ci proporrà (o ci costringerà) – “dolcemente”, con la “dolce morte” – a togliere il disturbo.  Fantascienza? Niente affatto. Purtroppo.

Alziamo la voce, qualsiasi contesto sociale frequentiamo, in famiglia, al lavoro e in Parrocchia; al mercato e in palestra.

Tocca a ciascuno di noi  destare le coscienze, per salvare l’umanità (o quel che ne resta).

Francesca Romana Poleggi

Fonte: The Telegraph

 

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