Il rispetto della vita, la possibilità di riscatto sbarcano in prima serata con la fiction “La strada di casa”, una produzione Rai Fiction-Casanova Multimedia prodotta da Luca Barbareschi con la regia di Riccardo Donna.
Martedì 14 novembre sono stati trasmessi i primi due episodi, dei dodici totali previsti per la prima stagione e, nel complesso – fatti salvo i soliti messaggi immorali ma in linea con il pensiero “moderno” e una scena d’amore francamente superflua –, la sensazione è buona. Il protagonista principale (interpretato da un superlativo Alessio Boni, particolarmente adatto per personaggi dalla profonda interiorità) è Fausto Morra, proprietario di una grande azienda agricola in Piemonte, che entra in coma in seguito a un incidente avvenuto in un momento di crisi familiare e della sua azienda e dopo un episodio molto importante, ma del quale non si conoscono bene i contorni.
Dopo cinque anni, quando oramai nessuno nutriva più speranze se non la sua seconda figlia, Morra si risveglia. Le sue condizioni fisiche sono buone ed è sufficiente della fisioterapia per rendere tonici i muscoli, mentre la memoria non è completa: Fausto cercherà quindi di ricostruire i tasselli della sua vita per ritrovare “la strada di casa” e giocarsi appieno la sua seconda opportunità.
La vita vale. Sempre
La trama della fiction è complessa e ben costruita. Tuttavia quanto preme sottolineare in questa sede è il messaggio di fondo in favore della vita. Sia chiaro: non siamo di fronte a una vita facile e priva di problemi, anzi il periodo esistenziale che sta attraversando Fausto è denso di criticità... infatti, Morra non è esattamente un modello di padre e di marito affettuoso e la sua azienda, che apparentemente va a gonfie vele e dà da mangiare a tante famiglie del luogo, si fonda su bugie e ricatti.
Eppure, nel momento in cui Fausto va in coma non si pensa di “staccargli la spina”: l’ipotesi non viene neanche ventilata, seppure non tutti i componenti della famiglia si curino del fatto che sia ancora in vita. Su tutti, a prendersi cura del padre è – oltre il personale ospedaliero e un fisioterapista – la secondogenita: legge per lui, gli parla, gli fa ascoltare musica... gli sta accanto giorno dopo giorno e gli fa sentire il suo affetto.
La vita sorprende poi tutti quando, dopo cinque anni, Fausto si risveglia. Naturalmente questo comporta uno sconvolgimento generale perché sono tanti i cambiamenti intercorsi nel tempo del coma, ma segna anche un nuovo inizio: lo spirito di tutti i protagonisti è diverso e c’è più consapevolezza rispetto a quali siano gli aspetti importanti della vita...
Vedremo nelle prossime puntate come Fausto Morra e la sua famiglia si giocheranno questa seconda opportunità: un dono che la vita ha fatto loro e non si sarebbe mai verificato se qualcuno avesse pensato di “staccare la spina” prima.
Teresa Moro
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto