18/02/2015

L’aborto è contro la donna – Una femminista ha il coraggio della verità

«Donne, ci hanno fregate con l’aborto. È ora di chiedere molto di più alla società. E agli uomini»

Questo è il titolo di un articolo di Benedetta Frigerio su Tempi di qualche giorno fa.

L’aborto è una finta conquista di libertà, il “diritto” all’aborto è un’aberrazione, perché le donne che abortiscono volontariamente si procurano un danno psicofisico enorme, spesso senza saperlo, senza conoscere i rischi che corrono, vista la propaganda mortifera e bugiarda che si fa da quarant’anni: queste cose sono scontate negli ambienti prolife.

Ma il fatto che una femminista d.o.c. come l’americana  Erika Bachiochi, in un servizio della CNN, riconosca che: «Un mondo senza differenze fra i sessi scarica sulle donne tutta la responsabilità della vita. È questa la libertà che vogliamo?» e che «l’aborto tradisce le donne» è una notizia da rilanciare.

La Frigerio racconta che l’avvocatessa Bachiochi, in passato convinta abortista, ha rilevato che, nonostante le continue campagne mediatiche abortiste, i sondaggi mostrano che la maggioranza delle donne americane è favorevole ai tentativi in corso nei vari parlamenti nazionali degli Stati americani di emanare leggi che limitino i casi di aborto legale.

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«Perché mai le donne vorrebbero ridimensionare la licenza concessa loro 42 anni fa dalla Corte suprema?». «Quando ero una sostenitrice del diritto ad abortire», spiega la femminista atipica, «l’aborto mi sembrava fornire alle donne una risposta concreta alla responsabilità sproporzionata che il rapporto sessuale può metterci davanti». In verità, continua la donna, si inganna chi crede che l’aborto rappresenti un’arma contro la «disparità» per la quale «una donna rimane incinta e un uomo no». Perché cancellando la realtà della differenza sessuale non si fa che peggiorare le cose, «addossando tutta la responsabilità della cura – o del rifiuto – della vita del nascituro, un essere umano che si sta sviluppando, solo alla donna». Motivo per cui non si chiede più nulla «agli uomini, alla medicina e alla società in generale».

Ecco perché «l’aborto tradisce le donne» secondo l’avvocatessa. Perché «ci ha fatto credere che dovevamo diventare come gli uomini», ma la conseguenza è che «se siamo povere, sopraffatte o abbandonate dal padre del bambino, o se le spese mediche sono troppo alte per noi o per nostro figlio, la “responsabilità” sociale esige che ci sbarazziamo della nostra prole».

La domanda è dunque obbligatoria: «È davvero questa l’uguaglianza a cui aspiravamo 42 anni fa?». Che dire poi di una cultura che, a parte «le nostre professioni», non rispetta «la capacità meravigliosa di aspettare una nuova vita umana»?

Prosegue l’articolo della Frigerio, citando la Bachiochi: “Viviamo ancora «in un’epoca in cui parlare del miracolo delle differenze biologiche tra i sessi appare bizzarro» e si tenta addirittura di cancellare il concetto di mamma e papà, «come se ciò potesse essere un vantaggio per il progresso». Insiste la femminista: ma se la società pretende di eliminare le differenze tra i sessi, saranno ancora «le donne a portarne il fardello». Perché è sempre la donna a rimanere incinta, mentre «gli uomini possono fare sesso e andarsene via, cosa che fanno sempre di più» e proprio «grazie al diritto che ha dato loro la Roe vs. Wade (la sentenza che legalizzò l’aborto in America, ndr)».

L‘unico modo per salvare la donna dall’isolamento, conclude Bachiochi, è «ammettere la verità sulla differenza sessuale – questa bella, meravigliosa verità – e plasmare la società in modo da mettere davanti la cura di chi cura i più vulnerabili. È ora di esigere di più, molto di più, dagli uomini».

Redazione

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