La propaganda abortista anti-femminista* continua incessantemente a promuovere l'aborto con Ru 486: si lamentano che da noi lo scelgono poche donne, e proclamano che invece è un metodo sicuro, promosso dall'Oms, molto usato all'estero ecc ecc.
Ebbene, è invece bene ricordare che sono proprio i dati che loro sbandierano - ma che leggono in modo strabico - a dimostrare esattamente il contrario, a cominciare dalla tabella a pag. 26 dell'ultima Relazione ministeriale (dati 2020) dove si vede chiaramente che le complicanze post aborto chirurgico sono minori di quelle registrate post aborto farmacologico.
Per approfondire la cosa, si può leggere e meditare il comunicato stampa dell 'AIGOC (Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici) che potete leggere qua : i dati dicono proprio il contrario. Non solo ci sono un maggior numero di complicanze e si registrano un maggior numero di giorni di ricovero post aborto farmacologico. Poi gli stessi dati non sono stati trasmessi e raccolti in modo corretto, cioè sono incompleti e sottostimati, se si confrontano i dati della Relazione, i dati Istat e le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), come l'Aigoc ha palesemente dimostrato per la regione Umbria.
Un'ultima notazione: farmacologico o chirugico, comunque cambia poco. L'aborto uccide un bambino indifeso e ferisce nel profondo il cuore di una madre, in ogni caso. E la propaganda abortista è anti-femminista, perché continua a negare colpevolmente i pericoli psicofisici che l'aborto comporta per la salute delle donne