Uno dei cavalli di battaglia degli abortisti è che la legalizzazione dell’aborto salva la vita di tante povere donne che altrimenti sarebbero sventrate dalle mammane.
In diverse occasioni, su questo portale, abbiamo denunciato il fatto che oggi le donne muoiono anche di aborto, più di aborto che di parto (!), ma nessuno sembra curarsene, neanche quelli sempre indignati per il “femminicidio”.
Che i numeri dati a proposito degli aborti clandestini, negli anni ’70, fossero inventati di sana pianta (menzogne planetarie, dall’America , all’Europa, all’Italia) ormai lo sanno tutti (quelli che lo vogliono sapere).
Ma ancora oggi Planned Parenthood (anche se rischierebbe di chiudere se si investigasse seriamente sulle frodi perpretate dalle sue cliniche abortiste, negli USA) sostiene che l’aborto legale è sicuro (“safe and legal” è uno slogan che è divenuto un dogma).
Se non che, LifeSiteNews ci espone l’ultimo rapporto del Centers for Disease Control and Prevention (l’ente governativo che vigila e monitora l’aborto negli USA), che contiene un dato a molti “sfuggito”: nel 2010 sono morte 10 donne di aborto legale (nessuna di aborto clandestino).
I dati degli anni 2011 – 2014 sono ancora in fase di elaborazione. Infatti a noi vengono in mente almeno 4 nomi: Tonya Reaves, Lakisha Wilson, e Jennifer Morbelli, Marla Cardamone (nella foto), morte per aborto legale in questi ultimissimi anni. Dal 1973 negli USA sono state più di 400 le donne morte a seguito di aborto legale.
Senza contare le tante altre morti catalogate sotto la voce “setticemia” o altre complicanze post operatorie. Senza calcolare i casi non riportati o riportati in modo incorretto.
Continuiamo a chiederci – ma nessuno mai ci risponde : alle femministe la salute delle donne interessa o no? Il “femminicidio” va prevenuto o no? In questo contesto, anzi, plaudono quando le leggi (per esempio in California) concedono a semplici ostetriche il permesso di praticare gli aborti...
Francesca Romana Poleggi