L'agenda anti-vita continua a ritmo serrato in Europa. Spagna, Francia, Germania e ora i Paesi Bassi. Qualche giorno fa, infatti, la Camera bassa olandese ha approvato l’eliminazione dall’attuale legge sull’aborto il periodo di riflessione di cinque giorni, attualmente previsto per consentire alle mamme di considerare la scelta e decidere se abortire davvero loro figlio o rinunciare all’aborto e accoglierlo alla vita. Anche se alcuni partiti non cristiani hanno votato contro, la legge è stata approvata e passa ora al Senato per la discussione e la successiva eventuale approvazione.
Nelle parole riportate dal NL Times, il presidente del partito D66 (Democratici66) - il gruppo parlamentare che ha promosso queste nuove misure ed il cui leader si dice cattolico praticante - Jan Paternotte non nega sia necessaria attenzione quando si considera l'aborto, ma è contro il periodo di riflessione obbligatorio. "È irragionevole pensare che le donne si presentino semplicemente in una clinica per abortire senza pensare prima alla loro decisione", ha detto Paternotte, che ha descritto il periodo di riflessione legale come "sbagliato, paternalistico e obsoleto".
Sul fronte opposto, invece, i due partiti cristiani della coalizione, ChristenUnie e CDA, lotteranno anche in Senato per mantenere il periodo di riflessione obbligatorio. Secondo la deputata del ChristenUnie, Mirjam Bikker, "è necessaria attenzione sul tema dell'aborto e quando c’è anche solo l’ipotesi di tale pratica e le donne dovrebbero prendersi il tempo necessario per pensare con calma a questa decisione".
Sempre nei giorni scorsi, rimanendo in tema di aborto, i membri del Parlamento olandese hanno discusso i vantaggi e gli svantaggi della prescrizione della pillola abortiva da parte dei medici di famiglia ed acquistabile nelle farmacie e, come proposto dai promotori dell'iniziativa, potrebbe essere prescritta e portata a casa anche per un uso successivo, durante le prime settimane di gravidanza. Non ci sarebbe dunque alcun controllo sul quando e sul come la pillola abortiva verrà presa dalle donne.
L’Associazione pro life ‘Uno di Noi’ "deplora e denuncia questa nuova imposizione alle donne e la privazione di un periodo minimo di riflessione che permetterebbe loro di riflettere" e si oppone assolutamente a questo sistema di aborto a domicilio, considerandolo una pratica "rischiosa e abusiva" per la salute delle donne.