Opporsi all’aborto non è una posizione dettata esclusivamente dalla fede religiosa.
Esistono schiere di pensatori laici, razionali (e ragionevoli) che – per il fatto stesso che ritengono che la vita umana sia un diritto inviolabile e fondamentale – non ammettono che una madre possa disporre di quella del figlio, neanche quand’egli è minuscolo come il puntino di una “i”.
“Per questo esiste anche un movimento di femministe che guarda all’aborto non come un atto di libertà, ma una forma di violenza della dignità femminile: «Una società che promuove l’aborto come una “necessità” o “un male necessario” sottovaluta le donne e la violenza che viene causata loro tramite l’aborto», ha affermato Serrin Foster, tra le leader delle “Feminists for Life” (www.feministsforlife.org, anche su Facebook). [Ne abbiamo parlato già qui e qui, NDR]
Un’associazione che ha il merito di smascherare i presunti “difensori delle donne e dei loro diritti”: «I principi di base del femminismo sono giustizia per tutti e l’opposizione alla violenza e alla discriminazione. L’aborto va contro tutti e tre questi principi». «Ci opponiamo a ogni forma di violenza, compreso l’aborto, l’infanticidio, gli abusi sui minori, la violenza domestica, la pena di morte e l’eutanasia, dal momento che sono in contrasto con i principi femministi di giustizia fondamentale e il rifiuto della violenza e della discriminazione».
Molti legittimano l’aborto citando i casi estremi, come gli stupri. Proprio una delle leader delle femministe pro-life, Joyce Ann McCauley-Benner, è stata vittima di violenza sessuale e ha scelto di tenere il bambino: «E’ normale voler cancellare la memoria del dolore dello stupro. Purtroppo, la dura verità è che, anche se vogliamo farlo, non possiamo. L’aborto non cancella niente. Cosa potrebbe cancellare dalla memoria quello che è successo l’11 settembre 2001? L’aborto è un secondo atto di violenza contro la donne violentata». Qualcuno, invece, ancora si giustifica parlando di aborto terapeutico, ma «sono rare sono le situazioni in cui la vita della madre è a rischio. Non è mai medicalmente necessario uccidere il bambino per salvare la madre» ha proseguito ancora Foster.
Il loro impegno pubblico è spronare la società a politiche più efficaci per sostenere chi mette alla luce un bambino, perché «dobbiamo dedicarci alla sistematica eliminazione delle ragioni che spingono le donne a cercare l’aborto. Siamo ad esso contrarie in tutti i casi, perché la violenza è una violazione dei principi fondamentali del femminismo».”
La redazione di UCCR on line